giovedì 4 febbraio 2016

Papà, mamma e gender di Michela Marzano

La discussione sull'ideologia gender non è mai stata attuale come in questi giorni in cui si discute al parlamento l'approvazione del disegno di legge Cirinnà che disciplina le unioni civili per le coppie omosessuali e l'adozione da parte del genitore non biologico del figlio del partner, la cosiddetta step-child. 
Come accadde spesso in politica, temi come questi vengono facilmente strumentalizzati e si solleva un gran polverone, di modo che la maggior parte dei cittadini non è in grado di formarsi un'opinione perché volutamente mal informata.
L'ultimo libro di Michela Marzano, Papà, mamma e gender ha proprio questo scopo: fare chiarezza su una serie di concetti, quali intersessualità, omogenitorialità, identità e orientamento sessuale, che al grande pubblico rimangono oscuri. L'autrice, che insegna filosofia morale all'Università di Parigi, lo fa, appunto, da filosofa, il che comporta anche una riflessione profonda sull'importanza del linguaggio nel definire il mondo che ci circonda. Citando Albert Camus ci ricorda che "nominare in maniera corretta le cose è un modo per tentare di diminuire la sofferenza e il disordine che ci sono nel mondo».

Il primo equivoco da sgomberare è che in realtà non esiste nessuna ideologia gender, né tanto meno nessun tentativo sotterraneo da parte di una loggia segreta di introdurre pericolose teorie nelle scuole che mirino a negare la naturale differenza sessuale. Uomini e donne sono differenti, eterosessuali ed omosessuali sono differenti, così come ogni donna è diversa da un'altra e, allo stesso modo, ogni uomo lo è.
Siamo tutti descrittivamente diversi, ma tutti uguali sul piano valoriale. 
Quello che si sta cercando di fare nelle scuole, ma anche in molti altri settori della società, è una battaglia per l'uguaglianza: è fondamentale valorizzare l’educazione contro le discriminazioni nei confronti delle donne e delle persone gay, lesbiche bisessuali e trans e, più in generale, contro la violenza di genere. "Se non partiamo dall'educazione - afferma la Marzano - non riusciremo mai a riparare il mondo".
Insinuare che dietro le battaglie per l’uguaglianza ci sia la volontà di rendere gli uomini e le donne indifferenziati significa confondere l’uguaglianza con l’identità. Identità è un concetto logico-descrittivo, che si usa per esempio quando si dice che un oggetto è identico a se stesso. Parlare di uguaglianza significa invece entrare nel campo dei valori: in questo senso quando si dice che una persona è uguale a un’altra si intende che, nonostante le differenze specifiche che le caratterizzano, esse hanno la stessa dignità e lo stesso valore e quindi devono poter godere degli stessi diritti.

La verità è che dietro le battaglie contro l'ideologia gender c'è ancora il tabù dell'omosessualità. Una paura che affonda le radici nel nostro inconscio: la paura del diverso, la paura di perdere la propria identità. Ci terrorizza tutto ciò che ci costringe a metterci in discussione, a rivedere le nostre certezze.
Il rischio che si corre è però molto alto: se non si vuole accettare che esistano dubbi, fratture, fragilità si rischia di perdere di vista la complessità del mondo e alzare dei muri, finendo così per escludere tutto ciò che non riusciamo a capire.

Indicazioni terapeutiche: per chi crede ancora che gli eterosessuali siano più normali degli "altri".

Effetti collaterali: Il 31 gennaio si è tenuto il Family day: migliaia di persone sono scese in piazza non per lottare per l'allargamento dei diritti e delle libertà ma per impedire ad altri di ottenerli. Come se esistesse una famiglia giusta e una no, come se esistesse un unico modello di vita universalmente valido.
Quello a cui la legge Cirinnà mira è sanare un'evidente ingiustizia: alcune persone godono di alcuni diritti fondamentali che ad altri sono preclusi. Non potremmo dire di vivere in una società civile fino a che, a dispetto dell'orientamento sessuale o della identità sessuale, tutti avremo il medesimo diritto alla ricerca della felicità.



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