Cosa hanno in comune un ragazzo di nemmeno 18 anni malato di leucemia che rifiuta le cure per motivi religiosi e una donna quasi sessantenne, giudice dell'Alta Corte Britannica, in piena crisi matrimoniale?
Forse niente, forse tutto.
Forse niente, forse tutto.
Essere oggetto della commiserazione altrui era un'altra forma di morte civile.Forse i legami più forti nascono inaspettatamente laddove nessuno si aspettava, come i fiori e l'erba di scarpata ferroviaria. Le vite di Fiona May e Adam Henry si intrecciano casualmente: appassionato e ingenuo lui, metodica e razionale lei. Un rapporto che sfida le convenzioni e l'etica.
Perché non sempre giustizia e morale viaggiano sullo stesso binario.
Lo sa bene Fiona, che, specializzata in diritto familiare, è chiamata ogni giorno a prendere importanti decisioni, da cui dipendono le vite e il futuro dei minori che entrano nella sua aula. Quello che non può sapere è che quel ragazzo pieno di ardore e spontaneità, in qualche modo, riuscirà a penetrare la sua corazza di alterità e imparzialità. Così si ritrova a scegliere per Adam, il suo benessere, quel bene superiore che lui non riesce a comprendere, offuscato da un credo irrazionale e oscurantista.
Adam deve vivere, obbedendo a quella legge naturale, più forte di ogni precetto religioso, che vede nel compimento di ogni individuo il suo trionfo.
Lo scrittore Ian McEwan costruisce un libro garbato, misurato, che trasmette in maniera esemplare il mondo in cui vive il giudice Fiona May, simile allo specchio d'acqua di una stagno, all'apparenza immobile ma che nasconde correnti e profondi turbamenti. La protagonista è infatti una donna tanto algida e risoluta nella sua vita pubblica, quanto fragile nel privato. Una donna che ha fatto della sua stessa esistenza una missione, quella di decidere il meglio per gli altri, ma che si ritrova smarrita nel tentativo di dare un valore ai sentimenti inaspettati, agli incontri causali, al flusso incessante degli eventi.
Forse Adam simboleggia proprio quel tassello mancante. La libertà mancata, il desiderio bruciante di esserci, il senso profondo delle cose.
Indicazioni terapeutiche: per chi ama la scrittura pacata di McEwan e le dinamiche dell'alta borghesia inglese.
Effetti collaterali: Ogni persona è pronta a battersi per ciò in cui crede, a donare perfino anche la vita per una causa superiore. Ma esiste il bene assoluto o qualunque sistema dei valori non è che una visione soggettiva? Difficile asserire dove inizia il bene indivuale e finisce quello collettivo, dove la religione sconfina nel fanatismo e l'etica si trasforma in conformismo. Una volta ho letto che Dio è come uno specchio: lo specchio è sempre lo stesso ma ogni persona che vi si riflette vede una cosa diversa. In tempi di integralismo islamico e terrorismo, può sembrare sconsiderato, ma comincio a credere che sia vero.
Lo sa bene Fiona, che, specializzata in diritto familiare, è chiamata ogni giorno a prendere importanti decisioni, da cui dipendono le vite e il futuro dei minori che entrano nella sua aula. Quello che non può sapere è che quel ragazzo pieno di ardore e spontaneità, in qualche modo, riuscirà a penetrare la sua corazza di alterità e imparzialità. Così si ritrova a scegliere per Adam, il suo benessere, quel bene superiore che lui non riesce a comprendere, offuscato da un credo irrazionale e oscurantista.
Adam deve vivere, obbedendo a quella legge naturale, più forte di ogni precetto religioso, che vede nel compimento di ogni individuo il suo trionfo.
Le religioni, i sistemi morali, ivi compreso il suo, erano come cime di una fitta catena montuosa osservate da una grande lontananza: non ne spiccava una sull'altra né per altezza né per verità o rilevanza. A chi spettava il giudizio?
Lo scrittore Ian McEwan costruisce un libro garbato, misurato, che trasmette in maniera esemplare il mondo in cui vive il giudice Fiona May, simile allo specchio d'acqua di una stagno, all'apparenza immobile ma che nasconde correnti e profondi turbamenti. La protagonista è infatti una donna tanto algida e risoluta nella sua vita pubblica, quanto fragile nel privato. Una donna che ha fatto della sua stessa esistenza una missione, quella di decidere il meglio per gli altri, ma che si ritrova smarrita nel tentativo di dare un valore ai sentimenti inaspettati, agli incontri causali, al flusso incessante degli eventi.
Forse Adam simboleggia proprio quel tassello mancante. La libertà mancata, il desiderio bruciante di esserci, il senso profondo delle cose.
Indicazioni terapeutiche: per chi ama la scrittura pacata di McEwan e le dinamiche dell'alta borghesia inglese.
Effetti collaterali: Ogni persona è pronta a battersi per ciò in cui crede, a donare perfino anche la vita per una causa superiore. Ma esiste il bene assoluto o qualunque sistema dei valori non è che una visione soggettiva? Difficile asserire dove inizia il bene indivuale e finisce quello collettivo, dove la religione sconfina nel fanatismo e l'etica si trasforma in conformismo. Una volta ho letto che Dio è come uno specchio: lo specchio è sempre lo stesso ma ogni persona che vi si riflette vede una cosa diversa. In tempi di integralismo islamico e terrorismo, può sembrare sconsiderato, ma comincio a credere che sia vero.