mercoledì 8 aprile 2015

I 49 racconti di Ernest Hemingway

Ho letto Hemingway da adolescente. Ho deciso di riprendere in mano le sue opere ora per provare a capire dove stia la sua grandezza.
Quando scrivi, o ci provi, capisci quanto è difficile non essere banale, racconatre di sé e del mondo senza cadere in stereotipi abusati o ricorrere a virtuosismi inutile.
Hemingway ci riesce:descrive in maniera semplice il più difficile dei personaggi, evoca con poche parole paesaggi straordinari.
Hemingway non seduce , racconta.
E lo fa, non solo nei suoi romanzi più noti, ma anche in questa raccolta I 49 racconti. In Italia il racconto è da sempre considerato il fratello minore del romanzo. Quello sfigato che nessuno considera. Come se scrivere un racconto fosse un'arte più facile, più abbordabile, e per questo degna di meno considerazione.
Ci ha pensato Hernest Hemingway a sfatare questo luogo comune. Lo scrittore americano ci regala, infatti, quarantanove delizie, piccole pillole di vita che spaziano dall'amore alla guerra, dall'Africa alla Spagna, dalla caccia alle corride.
Si dice che un buon scrittore per essere tale debba aver vissuto molto o possedere una grande immaginazione. Per Hemingway vale la prima. I suoi libri, seppur non raccontino storie vere, richiamavano molte episodi della sua straordinaria vita: la prima guerra mondiale, gli anni giovanili passati a Parigi, la rivoluzione in Spagna, le corride, i safari in Africa, Cuba. La sua stessa vita sembra uno dei suoi libri, realtà e finzione che si mescolano.
Pagina dopo pagina, emerge sempre più chiaramente perché Hemingway sia stato un vero innovatore dell'intera narrativa del '900.  È la sua cifra stilistica che ha fatto di questi racconti, e di tutte i suoi libri più in generale, delle pietre miliari non solo per i lettori di tutto il mondo, ma per chiunque aspiri ad avvicinarsi alla scrittura.
Il tono è asciutto, senza fronzoli, privo di inutili sovrastrutture. Semplicità e ritmo, queste sono le armi segrete di Hemingway. Tutti i suoi scritti sono caratterizzati da brevi descrizioni, alternanza di sequenze narrative e dialoghi, fugaci riflessioni sul senso della vita.
Il lettore è letteralmente catapultato all'interno delle storie, quasi potesse entrare in scena per toccare con mano viva i personaggi e dialogare con loro. Siamo stati con Macomber a caccia nella savana, abbiamo ripercorso la vita di Harry che aspetta il soffio della morte all'ombra di un albero di mimosa, ci siamo innamorati di Luz e poi siamo stati lasciata da lei, abbiamo sognato di essere per un giorno toreri come Paco. E ogni volta abbiamo avuto la sensazione che il racconto fosse finito troppo presto. Perché, come diceva Leonardo da Vinci, la semplicità è la vera perfezione: l'assenza di elementi ridondanti libera la scrittura dalla retorica inutile, sprigionando così tutta la sua potenza espressiva.

Hemingway aveva una passione sfrenata per la pesca e la caccia

Indicazioni terapeutiche: per chi sogna di vivere avventure straordinarie, per chi vuole rivivere la storia del '900 da protagonista.

Effetti collaterali: Hemingway è celebre per il suo stile asciutto ma anche per la sua capacità di saper nascondere, nella sua semplice prosa, grandi verità e riflessioni su ciò che significhi vivere, desiderare, morire. Forse il senso della nostra vita non sta nelle stelle, ma nelle piccole cose, nella polvere che si posa sui nostri oggetti, nelle parole che diciamo, nelle orme che lasciamo dietro di noi.

0 commenti:

Posta un commento