sabato 14 maggio 2016

La tristezza ha il sonno leggero di Lorenzo Marone

"Mi chiamo Erri Gargiulo e mi faccio di speranza da quarant’anni. "
Se esistesse un gruppo di sostegno per drogati di speranza dovrei presentarmi così.
Si può riassumere in queste poche righe il senso profondo del nuovo romanzo di Lorenzo Marone, che torna dopo il successo di La tentazione di essere felici, che, lo dico subito, ho appena iniziato a leggere (non so perché era da mesi nel mio carrello di amazon ma non mi decidevo a comprarlo!).
La tristezza ha il sonno leggero mi ha stregato!
Soprattutto i personaggi, a cui ti affezioni tuo malgrado, anche se sono emotivamente disfunzionali, egoisti, nevrotici, o forse proprio per questo.
Erri, il protagonista, è un quarantenne insicuro e abituato a subire le scelte altrui, perché incapace di imporsi e di rischiare. Così quando Matilde, sua moglie, lo lascia per un collega, non gli resta che tentare di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Un lavoro che odia, un figlio che non arriva, una famiglia che definire ingombrante è un eufemismo.
Alla fine ho capito che non è vero che la speranza non si tramuta mai in realtà. È una questione di numeri: più desideri hai, maggiore è la possibilità di fare centro.
Ma cosa ha trasformato Erri, bambino pieno di speranza e sogni, in un adulto disincantato? Esiste davvero la famigerata sliding door, il punto di svolta capace di cambiare il corso di un'intera esistenza?
Ripercorriamo così, grazie ai suoi ricordi, i momenti più significativi della sua infanzia e della sua adolescenza, un caleidoscopio di sentimenti repressi e vuoti mai colmati. Le radici delle insicurezze di Erri affondano tutte lì: è cresciuto in una famiglia allargata, con una madre "fallica", autoritaria e ego-riferita, e un padre anarchico e idealista, che ha preferito una vita di basso profilo pur di non dover scendere a compromessi. Un fardello pesante a cui si aggiungono quattro fratelli, che, a differenza di Erri, non sono cresciuti con la consapevolezza di essere nati nella famiglia sbagliata ( eccezione fatta per Arianna).
Perché l'amore che non riceviamo scava un buco dentro di noi, e ci costringe a passare il resto della vita a leccarci le ferite, rintanandoci in un angolo per sfuggire ogni altra sofferenza.

E allora come oggi mi dicevo che forse il più infelice di tutti era proprio chi tentava di ribellarsi a una strada che non sentiva sua. Tutti gli altri, quelli che se ne stavano comodamente a guardare la TV con uno sconosciuto accanto, quantomeno erano anestetizzati. Che poi è l'unico modo che consociamo per non sentire il dolore.

La lezione l'ha imparata bene Erri. Si tiene ai margini della vita, non sceglie, non sbaglia. Non come sua sorella Flor, che magari è esagerata, sconsiderata, avventata, ma si butta a capofitto in ogni sfida, assapora ogni sfumatura, non ha paura di ammaccarsi. Sarebbe facile seguire il suo consiglio: "Falla ogni tanto qualche cazzata, Erri." Lasciarsi andare, uscire dalla paralisi delle proprie paure. Che tanto la vita ti sbatte al tappeto lo stesso, che tu stia sulla difensiva o no.

Dalla penna di Lorenzo Marone è uscito una sorta di anti-eroe moderno, Erri Gargiulo, bruttino, insicuro, senza super-poteri, ma dotato di una sensibilità straordinaria, una visone del mondo che incanta e seduce. Il lettore non può fare a meno di lasciarsi trasportare dalla sue riflessioni, fino all'epilogo che segna paradossalmente un nuovo inizio, sancendo il fatto che è sempre possibile scegliere la felicità. Basta  solo essere abbastanza coraggiosi.

Indicazioni terapeutiche: per chi sogna di fuggire dalle grinfie della propria famiglia, per chi non riesce a dimenticare i sogni giovanili traditi dai compromessi della vita.

Effetti collaterali: passiamo la vita a osservare i nostri genitori. Li amiamo, li odiamo, li imitiamo. Ma è solo quando riusciamo a perdonarli, quando specchiandoci nei loro difetti capiamo che siamo più simili di quanto abbiamo sempre creduto, solo allora possiamo affermare di essere diventati veramente adulti.



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