venerdì 6 marzo 2015

La zona Cieca di Chiara Gamberale


Inizio subito dicendo che questo è uno dei libri che ho amato di più, che ha fatto risuonare qualche parte dentro di me, che nemmeno sapevo di avere.
Di sicuro è  il libro che mi ha fatto innamorare di Chiara Gamberale, che è oggi una delle mie scrittrici italiani preferite. La sento vicina perché imperfetta, fragile e potente al tempo stesso.
L'autrice ci racconta la storia di amore tra Lidia e Lorenzo, fra una donna confusa e spaventata e un narcisista patologico.  Un amore complicato, difficile, malato. Uno di quegli  amori che ingabbiano, da cui non si riesce a liberarsi.
La zona cieca del titolo è quella parte di noi che ignoriamo, tutto quello che gli altri colgono di noi ma che a noi sfugge. Una zona che può essere la nostra salvezza o la nostra condanna.
Perché ci sono persone che riconoscono istintivamente i nostri punti deboli e sfruttano proprio quelli per legarci a loro
Proprio quello che fa Lorenzo: blandisce Lidia, la fa sentire la donna migliore del mondo e poi, seguendo i cambi repentini del proprio umore, la scaraventa all'inferno. La respinge, la ignora, la mortifica. Ma lei torna sempre, cieca alle delusioni, come un drogato che non può più vivere senza il suo veleno. E non importa quanto Lorenzo la umili: ogni ferita paradossalmente aumenta il suo amore per lui, lo rende più forte, più violento, più indispensabile.
E Lidia per quell'amore così assoluto è pronta a rischiare tutto, costretta a difendere non solo se stessa, ma la sua stessa relazione malata. 
Ma l'amore stesso non è forse una malattia?
Vivere nella convinzione che esista l'anima gemella, una sola persona tra miliardi di abitanti di questo mondo, legata indissolubilmente al nostro destino, da cui dipenda la nostra eterna felicità non è forse patologico?
La zona cieca è un romanzo introspettivo che scandaglia i meccanismi delle relazioni sentimentali, le cieche ragioni che spingono alcune persone a restare insieme nonostante bugie, tradimenti, ripicche. Un percorso, lungo il campo minato del cuore, alla fine del quale il lettore non può che giungere alla conclusione che spesso ciò che lega due persone non è tanto l'amore ma il dolore.

Indicazioni terapeutiche: per chi ama le storie di amore tormentate, per tutte le donne che hanno vissuto tante tempeste emotive e ora aspettano solo l'arcobaleno.

Effetti collaterali: questo spazio è legato alle riflessioni che ogni libro mi ispira, a ciò che mi suscita, nonostante magari le intenzioni dell'autore fossero tutt'altre. Oggi tuttavia preferisco prendendo in prestito un post pubblicato proprio da Chiara Gamberale sulla sua pagina facebook dove confessa come la sua concezione dell'amore sia cambiata rispetto al momento in cui scrisse questo libro.
Lo faccio perché ho trovato le sue parole di grande ispirazione, lo faccio perché spero ispirino anche voi.
"Certi uomini intuiscono dov’è che “si annida il nostro dolore”. Ma pensate che ce ne sono altri, che ce n’è almeno uno, fuori dal rifugio bugiardo di quella prigione, che può intuire dov’è che si annida la nostra possibilità di gioia. E può puntare prima la sua attenzione, poi la nostra, proprio lì. In una zona di noi autentica, vitale, luminosa e naturalmente controversa. E’ una zona che pareva cieca. Invece si era solo addormentata".


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