Succede che ti innamori, costruisci una vita insieme ad una persona, anzi quella persona è diventata la tua Occasione, solo che non lo sai ancora.
Lo scopri solo quando qualcosa, quel qualcosa che vi teneva uniti, si rompe. E la vita che avevi sognato, immaginato, costruito scompare come i sogni al mattino, lasciandosi dietro una scia di rimpianti, recriminazioni e sensi di colpa.
Lo scopri solo quando qualcosa, quel qualcosa che vi teneva uniti, si rompe. E la vita che avevi sognato, immaginato, costruito scompare come i sogni al mattino, lasciandosi dietro una scia di rimpianti, recriminazioni e sensi di colpa.
E tu non sei più la stessa.
Se hai vissuto qualcosa di vero, un amore vero intendo, quell'amore ti ha deformato, cambiato per sempre, ha guarito in parte la bambina che sei stata ma te l'ha riconsegnata saccheggiata, tradita di nuovo, di nuovo delusa, con tutte le sue ferite e forse anche qualcuna in più che non ti eri accorta di avere.
E allora la paura di innamorarti di nuovo ti blocca, ti paralizza, come un veleno che ti scorre nelle vene. Ricominciare fa paura, più paura che restare soli. Se hai vissuto qualcosa di vero, un amore vero intendo, quell'amore ti ha deformato, cambiato per sempre, ha guarito in parte la bambina che sei stata ma te l'ha riconsegnata saccheggiata, tradita di nuovo, di nuovo delusa, con tutte le sue ferite e forse anche qualcuna in più che non ti eri accorta di avere.
È quello che è successo a Lidia e Pietro.
Pietro, padre separato in causa con una ex moglie che ha deciso di entrare in convento, salta da una relazione all'altra, incapace di rimettersi in gioco davvero.
Due anime difettose e difettate, incapaci di guarire.
Lidia che preferisce essere libera anziché felice.
Pietro prigioniero della sua normalità.
Per Chiara Gamberale no. Lo dimostra la passione e la forza che ha messo in questo suo ultimo romanzo. Innamorarsi di nuovo è possibile, è solo questione di tempo.
Come ha detto la stessa autrice in una sua intervista il dolore è così straziante perché una separazione non divide solo due esseri umani fra loro, ma anche ognuno dei due, dentro di sé. E se il dolore è vissuto porterà a un altro, possibile, “adesso”. Se invece il dolore è solo subito rischia di diventare un alibi per non mettersi più in gioco.
La scrittrice riesce nell'ardua impresa di mettere in scena l'innamoramento nel senso proprio del termine: non ciò che accade fuori ma quello che succede dentro, quando incrociamo lo sguardo di una persona tra i 7 miliardi che vivono nel mondo e di colpo sentiamo una pallina nella pancia, lì sotto le costole, dove prima non c'era niente.
E non non importa quanto il nostro muscolo rosso ha sanguinato, quante volte è stato spezzato, non smetteremo mai di inseguire quella sensazione, quella pallina che ci fa sentire vivi. Perché fare il viaggio senza aver mai amato equivale a non aver mai vissuto.
“Funziona così. Che arriviamo a un punto. Prima di quel punto, ne abbiamo la certezza assoluta: è già successo tutto. O almeno tutto quello per cui poteva avere un’ombra di senso ‘sta vita. “Io? Tu. No no. Sì sì. Non sono pronto. Nessuno lo è”.Lidia è la Lidia di La zona Cieca (Vi ricordate? http://bit.ly/1XPsol2 ) che nel frattempo si è separata da Lorenzo. Una che, nonostante tutto, nutre un grottesco accanimento sentimentale nei confronti della vita. È diventata una star televisiva e conduce il programma Le famiglie felici: si trasferisce una settimana a casa di una famiglia per provare ad imparare come si sta insieme. Perché, alla soglia dei trentasei anni, non è ancora riuscita a capire l'amore come si fa, e soprattutto cosa succede quando il sentimento finisce.
Pietro, padre separato in causa con una ex moglie che ha deciso di entrare in convento, salta da una relazione all'altra, incapace di rimettersi in gioco davvero.
Due anime difettose e difettate, incapaci di guarire.
Lidia che preferisce essere libera anziché felice.
Pietro prigioniero della sua normalità.
E’ che ci sono sette miliardi di persone al mondo. Ma fondamentalmente si dividono in due categorie. Ci sono quelle che amiamo. E poi ci sono tutte le altre. Che sono tantissime. Le prime invece sono poche. Ci costringono a cambiare tutto quello che riusciamo a cambiare e a fare pace con quello che non potremo cambiare mai: per questo amarsi è un'impresa.Ma davvero tutto quello che c'era di bello l'hanno già vissuto? L'amore arriva solo una volta sola?
Per Chiara Gamberale no. Lo dimostra la passione e la forza che ha messo in questo suo ultimo romanzo. Innamorarsi di nuovo è possibile, è solo questione di tempo.
Come ha detto la stessa autrice in una sua intervista il dolore è così straziante perché una separazione non divide solo due esseri umani fra loro, ma anche ognuno dei due, dentro di sé. E se il dolore è vissuto porterà a un altro, possibile, “adesso”. Se invece il dolore è solo subito rischia di diventare un alibi per non mettersi più in gioco.
La scrittrice riesce nell'ardua impresa di mettere in scena l'innamoramento nel senso proprio del termine: non ciò che accade fuori ma quello che succede dentro, quando incrociamo lo sguardo di una persona tra i 7 miliardi che vivono nel mondo e di colpo sentiamo una pallina nella pancia, lì sotto le costole, dove prima non c'era niente.
E non non importa quanto il nostro muscolo rosso ha sanguinato, quante volte è stato spezzato, non smetteremo mai di inseguire quella sensazione, quella pallina che ci fa sentire vivi. Perché fare il viaggio senza aver mai amato equivale a non aver mai vissuto.
Effetti collaterali: La maggior parte delle persone insegue il mito dell'amore platonico, la fantomatica ricerca dell'altra metà della mela, che ci completi, ci restituisca la nostra integrità. Io non la penso così. Sono accordo, al contrario, con ciò che diceva Philip Roth: Io credo che tu sia completo prima di cominciare. L’amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due.
La verità è tutta qui.
La verità è tutta qui.
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