Non parla di amore ma di quel tipo di amore che si prova una volta nella vita, prima di essere irrimediabilmente feriti, che ti fa credere che tutto sia possibile, che ti cambia nel profondo, modificando il modo in cui vedi e percepisci il mondo.
Ma racconta anche del cancro. Cosa c'è di più brutto dell'essere malati di cancro? Essere dei diciassettenni malati di cancro. Perché quando un tumore ti colpisce così presto, non solo distrugge il tuo presente, ma ti strappa via anche il futuro, i sogni, la voglia di lottare. Proprio per questo la storia di Hazel e Augustus colpisce al cuore perché riesce a travalicare i confini della malattia, perché l'amore, quello vero, annulla le differenze, mettendo tutti sullo stesso piano, sani e malati, riuscendo a piantare un seme di speranza laddove non c'era nulla.
Ma c'è molto di più: l'amore e la malattia diventano a loro volta un modo per parlare d'altro. Il titolo originale “The fault in ours stars” rimanda ad una domanda che Hazel si pone: siamo destinati a percorrere una strada che qualcuno ha già tracciato per noi o semplicemente le stelle se ne fregano ed è tutto nelle nostre mani? Siamo tutti destinati all'oblio o qualcosa di noi rimane anche quando non ci saremo più? Il fatto è che siamo tutti ossessionati dal pensiero di lasciare un segno nel mondo, anche se spesso questo significa ferire chi ci sta intorno. Ma la verità, che Hazel ha sempre saputo, è che la possibilità che abbiamo di ferire l'universo è pari a quella che abbiamo di aiutarlo, quasi inesistente.
E allora l'unico modo per lasciare qualcosa dietro di noi è amare ed essere riamati. L'amore come unica via verso l'immortalità.
E quando la vita ti regala un amore avversato dalle stelle, l'unica cosa che puoi fare e viverlo fino in fondo, consapevole della fortuna di aver vissuto “un per sempre dentro un numero finito”.
"Mentre leggeva, mi sono
innamorata così come ci si addormenta: piano piano, e poi tutto in
una volta.”
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Indicazioni terapeutiche: raccomandato ai romantici, agli idealisti, ai malati d'amore.
Dal libro è stato tratto anche un film dal titolo omonimo. Se siete convinti di non aver versato abbastanza lacrime vi consiglio di vederlo.
Effetti collaterali: occhi rossi, fiumi di lacrime, naso gocciolante e chi più ne ha più n e metta. Sconsigliato ai duri di cuore.
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