Matteo è nato sordo. I suoi genitori però non si sono arresi: Sandra ha rinunciato al suo lavoro per poterlo seguire meglio e Alberto ha sempre messo la famiglia prima di tutto, certo che l'amore sarebbe bastato a farli restare uniti e superare ogni difficoltà. Anche Alice, la figlia maggiore, costretta forse a crescere troppo in fretta, non ha mai smesso di impegnarsi affinché il suo fratellino non si sentisse diverso.
Finché un giorno che come un uragano irrompe nella vita di Alberto un altro amore dal passato, un amore mai dimenticato che spazza via ogni certezza. E quella che sembrava un sodalizio indistruttibile crolla come un castello di carte.
Il libro di Sara Rattaro ci trasporta nella realtà di due genitori che si ritrovano a fare i conti con l'handicap del loro figlio. Di come non ci si arrende ma si costruisce ogni giorno un pezzetto di quotidianità, una vita faticosa e fragile allo stesso tempo. Ma il racconto parla anche di come tutto quello che si è costruito può essere distrutto, e che in una frazione di secondo tutto può cambiare.
In realtà, ad una seconda analisi, il tema della disabilità appare più un escamotage che il pilastro portante della trama. Il vero protagonista non è Matteo ma bensì Alberto, diviso tra l'amore per la famiglia e Camilla, la sua antica fiamma.
Potremmo dire che quello dell'autrice è un valido tentativo di raccontare delle dinamiche familiari interrogandosi su cosa che tiene due persone insieme. L'amore, i figli, l'abitudine?
Forse il tono è talvolta stucchevole e il punto di vista prettamente femminile ma l'autrice ci consegna la storia di di una famiglia che è allo stesso tempo speciale e normalissima, in cui ognuno di noi può riconoscersi.
Indicazioni terapeutiche: per il pubblico femminile che ama i libri introspettivi e gli amori lacrimevoli. Per chi crede che famiglia significhi restare, a dispetto di tutto e di tutti, superando ogni ostacolo insieme.
Effetti collaterali: Tolstoj diceva che tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ma ogni famiglia infelice è infelice a suo modo. Probabilmente è vero. Perché forse è vero che inseguiamo tutti la chimera della passione che brucia l'anima ma la vera felicità sta nel prendersi la mano e, senza dire nulla, capire che insieme tutto è possibile.
Finché un giorno che come un uragano irrompe nella vita di Alberto un altro amore dal passato, un amore mai dimenticato che spazza via ogni certezza. E quella che sembrava un sodalizio indistruttibile crolla come un castello di carte.
Il libro di Sara Rattaro ci trasporta nella realtà di due genitori che si ritrovano a fare i conti con l'handicap del loro figlio. Di come non ci si arrende ma si costruisce ogni giorno un pezzetto di quotidianità, una vita faticosa e fragile allo stesso tempo. Ma il racconto parla anche di come tutto quello che si è costruito può essere distrutto, e che in una frazione di secondo tutto può cambiare.
In realtà, ad una seconda analisi, il tema della disabilità appare più un escamotage che il pilastro portante della trama. Il vero protagonista non è Matteo ma bensì Alberto, diviso tra l'amore per la famiglia e Camilla, la sua antica fiamma.
Potremmo dire che quello dell'autrice è un valido tentativo di raccontare delle dinamiche familiari interrogandosi su cosa che tiene due persone insieme. L'amore, i figli, l'abitudine?
Forse il tono è talvolta stucchevole e il punto di vista prettamente femminile ma l'autrice ci consegna la storia di di una famiglia che è allo stesso tempo speciale e normalissima, in cui ognuno di noi può riconoscersi.
Indicazioni terapeutiche: per il pubblico femminile che ama i libri introspettivi e gli amori lacrimevoli. Per chi crede che famiglia significhi restare, a dispetto di tutto e di tutti, superando ogni ostacolo insieme.
Effetti collaterali: Tolstoj diceva che tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ma ogni famiglia infelice è infelice a suo modo. Probabilmente è vero. Perché forse è vero che inseguiamo tutti la chimera della passione che brucia l'anima ma la vera felicità sta nel prendersi la mano e, senza dire nulla, capire che insieme tutto è possibile.
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