Definizione di surreale dal dizionario Treccani: che supera, che oltrepassa la dimensione della realtà sensibile; che esprime o evoca il mondo dell’inconscio, della vita interiore, del sogno.
Surreale.
Non trovo altro aggettivo per descrivere l'ultimo libro di Ligabue, una raccolta di racconti che catapultano il lettore in una dimensione straniante, fatta di entità sconosciute che dialogano tra loro e polaroid magiche che fotografano i pensieri delle persone.
Una carrellata di personaggi che oscillano tra normalità ed eccezionalità, come se queste due dimensioni fossero separate soltanto da un velo sottile, che a volte si solleva lasciando trapelare l'impensabile. E allora capita di "incontrare" un uomo con un piolo conficcato in testa, un musicista che si esibisce negli ospizi, un venditore di dischi perseguitato dal fantasma di una donna misteriosa.
Una carrellata di personaggi che oscillano tra normalità ed eccezionalità, come se queste due dimensioni fossero separate soltanto da un velo sottile, che a volte si solleva lasciando trapelare l'impensabile. E allora capita di "incontrare" un uomo con un piolo conficcato in testa, un musicista che si esibisce negli ospizi, un venditore di dischi perseguitato dal fantasma di una donna misteriosa.
Io ci sono e continuerò ad esserci e continuerò a girarmi verso di te sapendo di poter contare sulla tua solidità, su chi da una vita mi sorregge mentre mi "tiene il tempo".
Non so bene cosa mi aspettassi da questo libro, che è il primo che leggo del cantautore di Correggio. Qualcosa di diverso, forse.
Immergendomi nelle sue pagine si ha come l'impressione di trovarsi sott'acqua, fermi ad osservare un mondo che appare simile al nostro, ma nasconde un'essenza celata agli occhi dei più. Qualcosa di familiare e inconsueto al tempo stesso.
Sullo sfondo la musica, che come l'amore e la vita, è imprevedibile, inafferrabile, indefinibile.
Immergendomi nelle sue pagine si ha come l'impressione di trovarsi sott'acqua, fermi ad osservare un mondo che appare simile al nostro, ma nasconde un'essenza celata agli occhi dei più. Qualcosa di familiare e inconsueto al tempo stesso.
Sullo sfondo la musica, che come l'amore e la vita, è imprevedibile, inafferrabile, indefinibile.
Poi c'è stato un momento in cui le cose hanno preso la piega che hanno preso perché, evidentemente, doveva andare così.
Il fil rouge che lega tutti i racconti è quello che da' il nome al titolo: il disordine.
Perché alla fine per quanto cerchiamo di dare un ordine alle cose, non abbiamo nessun controllo né sulla realtà che ci circonda né tanto meno sui sentimenti e le sensazioni che ci riguardano intimamente. Luciano Ligabue ha voluto sottolineare questa condizione esistenziale aggiungendo alla sua narrazione elementi surreali, sovrannaturali, per certi versi magici, che interferiscono in modo naturale nelle vite dei protagonisti.
Un libro diverso, a suo modo coraggioso, che non deluderà chi sarà capace di andare oltre, di scoprire che solo nell'accettazione del mistero possiamo sperimentare lo stupore che si nasconde nella quotidianità.
Perché alla fine per quanto cerchiamo di dare un ordine alle cose, non abbiamo nessun controllo né sulla realtà che ci circonda né tanto meno sui sentimenti e le sensazioni che ci riguardano intimamente. Luciano Ligabue ha voluto sottolineare questa condizione esistenziale aggiungendo alla sua narrazione elementi surreali, sovrannaturali, per certi versi magici, che interferiscono in modo naturale nelle vite dei protagonisti.
Un libro diverso, a suo modo coraggioso, che non deluderà chi sarà capace di andare oltre, di scoprire che solo nell'accettazione del mistero possiamo sperimentare lo stupore che si nasconde nella quotidianità.
Indicazioni terapeutiche: per chi ha smesso di cercare di dare un ordine alle cose.
Effetti collaterali: a tutti è capitato di incaponirsi, fare a testate con la vita non riuscendo ad accettare gli ostacoli, il dolore, la frustrazione. Il segreto sta forse nel disordine?
Forse dovremmo smettere di cercare di capire perché ci capita quello che ci capita.
Forse vivere è semplicemente imparare a nuotare in mezzo al flusso incessante delle cose, senza farsi strascinare dalle onde ma seguendo la corrente, che magari non ci porterà dove volevamo, ma in un posto miglior che da soli non saremmo mai riusciti a raggiungere.
Forse dovremmo smettere di cercare di capire perché ci capita quello che ci capita.
Forse vivere è semplicemente imparare a nuotare in mezzo al flusso incessante delle cose, senza farsi strascinare dalle onde ma seguendo la corrente, che magari non ci porterà dove volevamo, ma in un posto miglior che da soli non saremmo mai riusciti a raggiungere.
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