mercoledì 1 ottobre 2014

Per dieci minuti di Chiara Gamberale

Di cosa abbiamo bisogno quando ci sentiamo ad un punto morto della nostra vita? Davanti a noi nessuna strada, o forse troppe, e la mente come paralizzata. Può succedere dopo una perdita o un grosso cambiamento, ma a volte può accadere mentre vivi la tua vita quotidiana, inconsapevole delle tegola che ti sta per cadere in testa.
Chiara Gamberale lo chiama andare sottovuoto. Quando la tua vita va avanti, ma senza di te.
La protagonista, Chiara, abbandonata dal marito e in crisi lavorativa, si rivolge ad una psicoterapeuta che le assegna un semplice esercizio: ogni giorno dovrà dedicare 10 minuti ad un attività mai fatta prima. Sembra facile. Provateci. Io l'ho fatto e non c'è niente di più difficile di cambiare le abitudini radicate in noi. Cambiare strada, bere un infuso invece di un caffè, cucinare un piatto mai mangiato prima. Ma la cosa più difficile è staccarsi dai propri feticci, anche quelli che ci fanno stare male, perché all'ignoto la maggior parte di noi preferisce ciò che conosce, non importa quanto sia frustrante. E allora provare uno smalto fucsia, una lezione hip-hop, vestirsi da babbo natale diventano modi andare aldilà della sopravvivenza, per riscoprirsi vivi e capaci di mettersi in discussione.
Il vero coraggio diventa quello di lasciarsi dietro ciò che ci limita e ci provoca sofferenza, scoprire che, forse, tutto ciò che ci faceva paura non è poi così male, che quello che fa’ male davvero è restare attaccati ad un immagine di sé che nella realtà non è mai esistita.
Come ci ha abituati nei suoi libri, Chiara Gamberale ci regala un personaggio femminile complesso, al limite del nevrotico, fragile e forte allo stesso tempo, che fallisce ma non si stanca ma di riprovarci. Un modello, non perché perfetto ma irraggiungibile, ma, al contrario, perché imperfetto come tutti noi.

Indicazioni terapeutiche: per quelli che non si smettono mai di mettersi in discussione, per quelli che si fanno troppe domande ma non si stancano di cercare le risposte, per chi crede che si può sempre ricominciare.
La terapia suggerita dal libro può causare scompensi agli abitudinari e alle menti chiuse.

Effetti collaterali: Il libro ha creato un vero effetto a cascata nella realtà, persone, che seguendo l’esempio della protagonista, si sono dedicate ad un’attività mai fatta prima. Io stessa l’ho fatto. Quindi armatevi di coraggio e buttatevi: sperimentate, provate cose mai fatte, imboccate strade mai intraprese. Nessuno sa come andrà a finire ( e forse il bello sta proprio lì).

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