martedì 14 ottobre 2014

Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella



Giuseppe Catozzella ci consegna un libro di un’intensità unica, la storia di una ragazza che non ha mai smesso di lottare per realizzare il suo sogno, diventare un’atleta famosa in tutto il mondo. Lo scrittore-giornalista si è imbattuto in questa storia e ha scelto di raccontarla a testimonianza della vita di Samia Yusuf Omar e del suo enorme coraggio.
Nata in Somalia, una paese devastato dalle guerre civili, la protagonista Samia ha la corsa nel sangue. Correre non è solo una passione ma la sua ragione di vita, il suo modo per lottare per i diritti delle le donne somale, con la speranza un giorno di liberarle dal giogo del regime integralista che le opprime.
Correre la porterà a sfidare le convenzioni, le regole degli integralisti, il suo stesso destino che sembra ostacolarla in ogni modo. Ma la determinazione può tutto e, a dispetto della fame e degli allenamenti notturni, Samia parteciperà alle olimpiadi del 2008 di Pechino (nel video in basso potete rivivere gli istanti della sua gara). Magra, priva della massa muscolare delle altre atlete, vestita di una semplice t-shirt bianca, correrà la sfida della sua vita. Un topolino in mezzo ad un branco di leoni.
Arriverà ultima ma diventerà un simbolo per tutte le donne musulmane. Proprio il fatto di essere diventata la personificazione di chi resiste e vuole un paese diverso la trasformerà però in un bersaglio agli occhi dei gruppi militari islamici. 
Alla fine delusa dal suo Paese in cui non si riconosce più, Samia decide di intraprendere il Viaggio verso l’Europa, la libertà, affrontando tutte le difficoltà e i pericoli che questo comporta.
Il libro ci catapulta in un mondo fatto di soprusi e ristrettezze in cui essere donna è un limite. Ma ci fa anche percepire con occhi diversi il fenomeno dei migranti che ogni giorno approdano, o muoiono nel tentativo di farlo, sulle coste italiane. Quale merito abbiamo di essere nati in Italia invece che in un paese dilaniato dalla guerra e dalla fame? Non è nostro dovere morale accogliere e aiutare queste persone che non altro desiderio che una vita dignitosa che il destino ha loro negato?
Non è facile esprimere giudizi. Non c'è giusto o sbagliato, bianco o nero.Vi chiedo solo di sospendere il vostro giudizio e provare, per una volta, a guardare la faccenda con gli occhi di chi lascia tutto in nome di una speranza di un futuro migliore.

Indicazioni terapeutiche: per i sognatori, per chi crede che la volontà può tutto, per chi ama sfidare le convenzioni.

Effetti collaterali: vi sentirete fortunati per essere nati in Italia, dove molte cose non funzionano, ma esiste ancora la possibilità di cambiare le cose. O almeno spero.


3 commenti:

  1. Chi ama la corsa deve leggerlo assolutamente.

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  2. Lo comprerò, c'è bisogno di speranza.

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    1. Credo che riuscire a vedere i fatti da un punto di vista diverso sia importante. Questo libro lo fa.

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