lunedì 31 ottobre 2016

Breve storia di due amiche per sempre di Francesca Del Rosso




Finché morte non ci separi.
Amiche per sempre. Quante di noi l'hanno detto. Ogni donna si è aggrappata all'idea di un legame destinato a durare per sempre. Ma è davvero possibile?
Un'amicizia può rinascere? Può superare anni di incomprensioni e silenzi, azzerare le distanze e tornare a tirare fuori il meglio di noi?
Se è un vero sentimento sì. 

È proprio lei. Clara in carne e ossa. Lei che mi ha buttato via come un cerino usato. Per un istante immagino di rifarle la stessa domanda di quella sera di tanti anni fa. "Perché non hai risposto alla mia lettera?"
Tessa è una donna in crisi, costretta a fare i conti con il tradimento del marito che ha incrinato una vita apparentemente felice. Dopo anni di lontananza, incontra casualmente la sua ex amica del cuore, Clara, dalla quale si era sentita abbandonata senza motivo. Il primo incontro è destabilizzante: più di venti anni prima la loro amicizia che sembrava totale, incrollabile, era naufragata in silenzio, senza un reale motivo. Un tradimento mai superato, un rimpianto che non ha mai abbandonato Tessa.

Francesca Del Rosso

Malgrado le titubanze iniziali, le due donne riusciranno ad andare oltre la patina dell'apparenza e recuperare l'intesa perduta. Tessa scoprirà che, dietro l'immagine di una donna vincente e sicura di sé, Clara nasconde delle inaspettate fragilità. Finirà così per mettere in discussione la loro eterna competizione, rendendosi conto di essere più forte di quanto pensasse.
Sarà soltanto alla fine di un lungo percorso che le riporterà alle origini, ad una pianta di melograno carica di fiori, simbolo del loro rapporto rinato dalle ceneri, che le due protagoniste capiranno che darsi una seconda possibilità è la scelta migliore.
Francesca Del Rosso torna, dopo il successo di Wondy, con un romanzo che è un inno all'amicizia femminile, mescolando la nostalgia per le occasioni perdute con la fiducia nei veri legami, quelli che resistono al tempo e sono destinati a durare per sempre.
Perché l'amicizia è un viaggio che non finisce mai.


Indicazioni terapeutiche: per chi sa che le vere amiche esistono.


Effetti collaterali: Esistono affinità elettive che non si spengono, che resistono ai matrimoni, ai figli, alle cartelle di Equitalia, alle sconfitte e alle gioie più grandi. Accade. Accade che ti giri e guardando la tua amica e scorgi nei suoi occhi il riflesso della te stessa adolescente, quella parte segreta di te che solo poche persone possono vantare di conoscere.


lunedì 17 ottobre 2016

La sirena di Camilla Läckberg



Un po' per caso mi è capitato tra le mani il sesto episodio della fortunata serie creata dalla scrittrice Camilla Läckberg, che vede ancora una volta protagonista la coppia Patrick-Erica, poliziotto instancabile e volenteroso lui, scrittrice con un intuito infallibile lei.
Questa volta i due saranno impegnati a risolvere il mistero che avvolge due episodi apparentemente scollegati tra loro: il caso dello scrittore emergente Christian Thydell, perseguitato da lettere anonime, e la sparizione del suo amico Magnus. Ben presto l'ispettore Patrik Hedströmnon arriverà alla conclusione che c'è un nesso tra i due misteri. Scoprirà inoltre altri strani avvenimenti che hanno coinvolto due insospettabili abitanti di Fjällbacka. Cosa si cela dietro un'apparente facciata di normalità?
Indizio dopo indizio, le indagini porteranno alla scoperta di un terribile segreto, un fantasma tornato dal passato che sembra determinato ad ottenere la sua vendetta.

Alcune donne avevano una determinazione tale che nulla avrebbe potuto spezzarle. Piegarle, forse, ma mai spezzarle.

Gli elementi che hanno decretato il successo della scrittrice svedese ci sono tutti: una trama sapientemente costruita, un cast di personaggi che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare ben delineati, quel quid di atmosfera lugubre e sottilmente angosciante che in un giallo non guasta mai.
Tuttavia c'è un ma.
L'attacco non è dei migliori e la storia stenta a decollare per le prime duecento pagine. Poi la svolta: il romanzo si trasforma in un coinvolgente susseguirsi di colpi di scena e scoperte che travolgono il lettore. Peccato forse per l'epilogo un po' troppo stringato, incapace di rispondere a tutte le domande lasciate aperte, che mi ha lasciato, personalmente, un po' a bocca asciutta.
Cifra stilistica di questa autrice resta  la volontà di dare ampio spazio alle vicende personali dei personaggi. Può piacere o meno, ma si deve ammettere che a volte la sovrabbondanza di tali dettagli, non proprio indispensabili alla struttura narrativa, tende dilatare in modo esagerato il tempo del racconto.
Nonostante l'iniziale ritmo lento, con La sirena la Läckberg non tradisce le attese dei suoi fan, disvelando la verità a piccole dosi, grazie ai numerosi flash-back, fino al climax finale, la rivelazione che spiazza ogni aspettativa. Come ogni giallo di successo che si rispetti.

Indicazioni terapeutiche: per quelli che sono consapevoli che il passato a volta ritorna.

Effetti collaterali: Emily Dickinson diceva che il passato non è un pacchetto che si può mettere da parte. Ogni persona è la somma di tutto ciò che vissuto, ma anche di ciò che sarebbe potuto accadere.
Non importa quanto ne siamo feriti, quanto vogliamo prenderne le distanze, il nostro passato non ci lascia mai.


lunedì 3 ottobre 2016

Il bordo vertiginoso delle cose di Gianrico Carofiglio


A noi interessa soltanto il bordo vertiginoso delle cose.
Parto da qui, da questo verso di una poesia di Robert Browning che ne ha ispirato il titolo, per addentrarmi tra le emozioni di questo libro di Gianrico Carofiglio, una sorta di romanzo di formazione dal retrogusto amaro e dalla nota malinconica. Una riflessione sulle cause del fallimento e dei suoi margini incerti, su quel labile confine, precario e instabile, che separa presente e passato, successo e sconfitta,  felicità e insoddisfazione.

Erano momenti di pura felicità, quelli in cui mi raccontavo il mio futuro misterioso di scrittore. Una felicità così violenta e così perfetta da lasciarmi senza fiato.

Enrico Vallesi è uno scrittore in crisi che, dopo il successo del suo primo e unico libro, ha perso ogni ispirazione e si è ridotto a fare il ghostwriter. La vita sentimentale non va meglio, dal momento che a quarantotto anni, archiviata la sua ultima storia, si ritrova ancora più solo.
È un uomo sul bordo di una voragine, ancorato ad un passato lontano che gli impedisce di andare avanti.  In cerca di una voce propria e di un nuovo equilibrio decide di tornare nella sua città natale, Bari, un'immersione nella sua giovinezza che segna una ripartenza, che suona come mettere un punto, un fare un passo indietro per prendere meglio la rincorsa e lanciarsi, senza paure né dubbi, verso un futuro meno spaventoso.

Chissà cosa succede poi, dopo aver parlato. Dopo l’ultima pagina, quando il romanzo finisce. 

L'autore ricostruisce con uno stile asciutto e mai lezioso, attraverso continui salti temporali tra l'io narrante adulto e la sua versione liceale, una profonda antitesi come condizione esistenziale di ogni essere umano. Una sorta di ricerca del tempo perduto, capace di pacificare l'animo del protagonista, di ricongiungere quel bordo, il confine tra chi era e chi è nel presente, un riappropriarsi delle passioni giovanili per ritrovarsi, nonostante le disillusioni e le delusioni.
Nonostante le ottime premesse, questa lettura non mi ha toccato come mi sarei aspettata. È vero che  Il bordo vertiginoso delle cose è un romanzo ben costruito e piacevole ma, a mio avviso, si limita a scorrere piacevolmente, senza particolari scossoni, incapace di raggiungere un vero e proprio climax e privo di quel pathos capace di incollare il lettore alla pagina.

Indicazione terapeutiche: per chi vuole fare pace con il proprio passato.

Effetti collaterali: Tra i ricordi del protagonista spicca Celeste, la supplente di filosofia di cui si era innamorato da adolescente. Un amore impossibile e, proprio per questo,  totalizzante, che continua a bruciare come brace mai sopita sotto la cenere della memoria. Un sentimento così puro da essere destinato a scampare alle nebbie dell'oblio. D'altronde,  come ci insegna la retorica il primo amore non si scorda mai.