lunedì 29 settembre 2014

Madame Bovary di Gustave Flaubert

Bella, appassionata, romantica. Ma anche egoista, amante del lusso, crudele, capricciosa.
Il personaggio di Emma Bovary disegnato dalla penna di Flaubert è uno dei più complessi e riusciti di tutta la letteratura. 
Il romanzo narra la vita di Emma, giovane figlia di un piccolo contadino, che si sposa con il dottor Charles Bovary, uomo mediocre e di scarse ambizioni. Il matrimonio si rivelerà presto una tetra prigione. Ma è questa la vita che mi aspetta da qui alla morte? Un tiepido susseguirsi di giorni uguali uno all'altro? Dove sono l'amore, i fasti, la passione? Sono queste le domande che affollano la mente e il cuore della giovane signora Bovary.
Decisa a non rassegnarsi ad una vita non all'altezza delle sue aspettative e dei suoi sogni, Emma trova la tanto agognata fuga dalla banalità della vita borghese in storie clandestine, con amanti con cui godere finalmente di quella passione bruciante senza la quale non vuole vivere. Ma la cieca determinazione a inseguire un'ideale che esiste solo nelle sue fantasie la porterà alla rovina: travolta dai debiti e delusa dalla  realtà finirà per togliersi la vita. 
Sebbene per molti Emma Bovary rappresenti il simbolo della donna dell'Ottocento prigioniera di un matrimonio infelice e pronta a sfidare le convenzioni borghesi, è impossibile, a parer mio, riconoscere in lei una specie di eroina. Flaubert descrive una donna debole, in balia di sé stessa e delle sue ossessioni, disposta a sacrificare tutto e tutti sull'altare dei propri desideri. 
Persa nei suoi tormenti e chiusa nella sua solitudine, è destinata a soccombere, incapace di scendere a patti con il mondo reale. 

Credits Madame Bovary (1975)


Indicazioni terapeutiche: per chi ama gli amori tribolati e le ambientazioni tipiche dei romanzi ottocenteschi.

 Effetti collaterali: ritenuto scandaloso quando uscì nel 1857 perché offendeva la morale, ancora oggi non è un libro per libertini e gente dal cuore leggero. Il giudizio sulla mediocrità di Emma, ma anche sui limiti del mondo piccolo borghese in cui era costretta a vivere, non lascia scampo.

lunedì 15 settembre 2014

Che ci importa del mondo di Selvaggia Lucarelli

Credits: Profilo Fb Selvaggia Lucarelli
Lo confesso. Mi piace Selvaggia Lucarelli. Mi piace la sua ironia, il suo acume, il giocare con la sua immagine da sex symbol ma soprattutto mi piace il modo in cui scrive. Diretto, graffiante, divertente. Così quando è uscito il suo libro ho deciso di compralo e, devo ammettere, non sono rimasta delusa. Non aspettatevi il capolavoro del secolo ma il libro si legge bene. La protagonista Viola è chiaramente un alter ego, neanche troppo dissimile a pare mio, della show-girl: trentottenne, opinionista tv con un matrimonio naufragato alla spalle e un figlio intelligente in maniera quasi irritante. Tra appuntamenti alla Sex and the city, week end con le amiche, litigi con gli ex, Viola cercherà di trovare un faticoso equilibrio tra il suo essere mamma, donna in carriera e personaggio pubblico. E forse, alla fine, troverà anche l'amore. 

Indicazioni terapeutiche: per le donne in carriera, o aspiranti tali, che non rinunciano al sogno di un amore romantico. Per le mamme multitasking che corrono come matte per riuscire a fare tutto ma non si sentono mai abbastanza. Insomma, per tutte le donne che si sentono strette dentro un'unica etichetta e hanno il coraggio di andarsi a prendere tutto quello che desiderano. 

Effetti collaterali: Vorrete gettar via la vostra tuta da casa per buttarvi nella movida milanese, presenziare ad ogni festa e vernissage, far baldoria tutta la notte con le amiche. Ma attenzione non è tutto oro quel che luccica.

Ti prendo e ti porto via di Niccolò Ammaniti

Ti prendo e ti porto via è sicuramente uno dei miei libri preferiti. L'ambientazione nella cittadina inventata di Ischiano scalo, lo spessore con cui sono costruiti i personaggi, l'intreccio delle storie che alla fine convergono magicamente in un finale che mozza il fiato lo rendono un libro imperdibile.
Il protagonista è Pietro, bambino giudizioso cresciuto come l'erba di scarpata ferroviaria (cit Guccini), che affronta le difficoltà della vita armato solo del suo buon senso e della sua precoce maturità. Tutto questo purtroppo non basterà a metterlo al sicuro dai colpi che infligge la vita, non risparmiando i più deboli, anzi accanendosi proprio con loro. 
È una piccola realtà di provincia disincantata, dura, quasi crudele, quella che disegna Ammanniti, una sorta di giungla dove vige la regola del più forte. La storia di Pietro si intreccia alla storia degli altri personaggi, ciascuno impegnato nel disperato tentativo non tanto di essere felice ma di sopravvivere, anche, e soprattutto a volte, a discapito degli altri. Non ci sono eroi, solo persone con le loro debolezze e i loro limiti.
Alla fine ognuno avrà imparato qualcosa non senza essersi procurato profonde cicatrici. Al lettore decidere se ne sarà valsa la pena. 


Indicazioni terapeutiche: per gli speleologi dell'anima, che amano tuffarsi nei meandri del cuore dei personaggi. Per chi si chiede come mai le persone sono quello che sono e fanno ciò che fanno. Per chi crede nel riscatto finale.

Effetti collaterali: Sarete pervasi da un enorme senso di giustizia, da un'indignazione che vi trasformerà in novelli Don Chischiotte, pronti a sfidare ogni mulino a vento. Profonda nostalgia aspetta chi è cresciuto in provincia e si riconoscerà nelle atmosfere da piccola cittadina, dove tra ritmi lenti e chiacchere da bar a volte si consumano le peggiori tragedie.

venerdì 12 settembre 2014

Colpa delle Stelle di John Green



Colpa delle stelle narra la storia d'amore di due adolescenti, Hazel e Augustus, entrambi malati di cancro. Un'altro romanzo per young adult, direte voi. Ma è molto di più di questo. come si spiega altrimenti il fatto sia ormai diventato un bestseller da quasi due anni stabilmente tra i primi dieci romanzi più venduti in America (oltre 9 milioni di copie). 
Non parla di amore ma di quel tipo di amore che si prova una volta nella vita, prima di essere irrimediabilmente feriti, che ti fa credere che tutto sia possibile, che ti cambia nel profondo, modificando il modo in cui vedi e percepisci il mondo. 
Ma racconta anche del cancro. Cosa c'è di più brutto dell'essere malati di cancro? Essere dei diciassettenni malati di cancro. Perché quando un tumore ti colpisce così presto, non solo distrugge il tuo presente, ma ti strappa via anche il futuro, i sogni, la voglia di lottare. Proprio per questo la storia di Hazel e Augustus colpisce al cuore perché riesce a travalicare i confini della malattia, perché l'amore, quello vero, annulla le differenze, mettendo tutti sullo stesso piano, sani e malati, riuscendo a piantare un seme di speranza laddove non c'era nulla. 
Ma c'è molto di più: l'amore e la malattia diventano a loro volta un modo per parlare d'altro. Il titolo originale “The fault in ours stars” rimanda ad una domanda che Hazel si pone: siamo destinati a percorrere una strada che qualcuno ha già tracciato per noi o semplicemente le stelle se ne fregano ed è tutto nelle nostre mani? Siamo tutti destinati all'oblio o qualcosa di noi rimane anche quando non ci saremo più? Il fatto è che siamo tutti ossessionati dal pensiero di lasciare un segno nel mondo, anche se spesso questo significa ferire chi ci sta intorno. Ma la verità, che Hazel ha sempre saputo, è che la possibilità che abbiamo di ferire l'universo è pari a quella che abbiamo di aiutarlo, quasi inesistente.
E allora l'unico modo per lasciare qualcosa dietro di noi è amare ed essere riamati. L'amore come unica via verso l'immortalità.
E quando la vita ti regala un amore avversato dalle stelle, l'unica cosa che puoi fare e viverlo fino in fondo, consapevole della fortuna di aver vissuto “un per sempre dentro un numero finito”.

"Mentre leggeva, mi sono innamorata così come ci si addormenta: piano piano, e poi tutto in una volta.”

Indicazioni terapeutiche: raccomandato ai romantici, agli idealisti, ai malati d'amore.
Dal libro è stato tratto anche un film dal titolo omonimo. Se siete convinti di non aver versato abbastanza lacrime vi consiglio di vederlo. 

Effetti collaterali: occhi rossi, fiumi di lacrime, naso gocciolante e chi più ne ha più n e metta. Sconsigliato ai duri di cuore.