Visualizzazione post con etichetta Fantascienza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Fantascienza. Mostra tutti i post

domenica 16 novembre 2014

Divergent di Veronica Roth

Divergent è il primo romanzo della trilogia distopica, creata dalla penna di Veronica Roth, che ha avuto un successo planetario e da cui è stato anche tratto un film. 
Il libro è raccontato in prima persona dalla protagonista Beatrice, detta Tris, che vive in una Chicago post-bellica divisa in 5 fazioni. Ognuna di esse coltiva una virtù: gli Intrepidi il coraggio, gli Abneganti l'altruismo, gli Eruditi la saggezza, i Pacifici la pace e i Candidi la sincerità. 
Ogni giovane al compimento dei sedici anni deve scegliere a quale fazione unirsi in e Tris non ha dubbi: vuole entrare a far parte degli Intrepidi. Il test attitudinale ha dato però risultato inconcludente perché in lei non c'è un solo tratto dominante ma addirittura tre. Tris è una Divergente. Ma cosa significa questa parola? Perché improvvisamente ha paura e capisce che non deve farne parola con nessuno?
La protagonista dovrà affrontare il duro allenamento per diventare un'intrepida e si troverà, suo malgrado, al centro di una lotta di potere per chi detiene il controllo sulla comunità.
Il romanzo, pensato per gli young adult, è molto coinvolgente, pieno di azione e colpi di scena e l'immancabile storia d'amore. Lo stile è chiaro e scorrevole e i personaggi ben definiti. 
Il finale volutamente aperto spalanca la strada agli altri due volumi della saga. 

Indicazioni terapeutiche: per chi non si perde un young novel distopico (non importa l'età). Molti elementi rimandano ad altri libri famosi come Hunger Games  ma la storia appassiona e, se si è amanti del genere, ci si ritrova a divorare il volume pagina dopo pagina.

Effetti collaterali: come tutti i romanzi dispotici pone degli interrogativi che fanno riflettere: a cosa l'umanità è disposta a rinunciare per garantire la pace e l'armonia? Cosa vale la pena sacrificare per il bene comune? La risposta è sempre la stessa: una società costruita sulla menzogna è una dittatura perché  non esiste vera libertà senza conoscenza.

lunedì 10 novembre 2014

The Giver di Lois Lowry

A cosa saremmo disposti a rinunciare per vivere in una società ideale?
Il mondo dove Jonas vive è un mondo perfetto: niente povertà, niente guerre, niente carestie, niente malattie. Un mondo ordinato, sicuro, scandito da ritmi regolari, con regole ben precise che tutti seguono fin dalla nascita. Nulla viene lasciato al caso.
Nella Comunità tutto è già stato deciso: le famiglie vengono assemblate da un comitato, niente figli biologici, e ogni persona al compimento del dodicesimo anno di età riceve la propria designazione, il ruolo che rivestirà per il resto della vita all'interno della società. Non esistono pulsioni sessuali, né ambizioni, né sogni. Nessuna scelta. Il Comitato decide: perché quando le persone hanno la possibilità di scegliere, sbagliano.


Jonas, con sua grande sorpresa, scopre di dover diventare il nuovo Accoglitore di Memorie, colui che ha il compito di preservare la storia dell'intera Comunità. Durante gli incontri con il Donatore, The Giver appunto, l'uomo che dovrà donare a Jonas tutti i suoi ricordi, la storia dell'umanità, Jonas capirà il prezzo che gli uomini hanno dovuto pagare per mantenere l'armonia. Hanno rinunciato ai colori, alla musica, ai sentimenti, alle passioni, alle pulsioni, ai ricordi. A ciò che ci rende ciò che siamo, umani. Così decide di cambiare quel mondo grigio e asettico in cui è cresciuto e non si riconosce più, iniziando un viaggio che non sa bene dove lo condurrà.
Lo scrittore Lois Lowry dipinge un mondo solo in apparenza pacifico: la violenza sta nel soffocare ogni scelta sull'altare dell'Uniformità. I desideri del singolo vengono sacrificati sull'altare dei bisogni di molti.
Una società cristallizzata che reprime ogni forma di diversità e condanna ogni suo membro ad un destino già tracciato, privandolo di ogni possibilità di autodeterminazione, non è forse il peggiore dei mondi possibili?

Indicazioni terapeutiche: per chi ama i romanzi distopici come Divergenet e Hunger Games.

Effetti collaterali: la domanda che viene da porsi dopo aver letto questo libro è: vale la pena essere perfetti? O rinunciare alla possibilità di sbagliare è quello che ci rende umani?
Ma soprattutto fa riflettere che per annullare il dolore e la coscienza collettiva, vengano nascosti i ricordi passati, la storia. Non siamo forse la somma di tutto ciò che abbiamo vissuto? Se rinunciamo alle nostre esperienze non perdiamo forse noi stessi?