giovedì 16 marzo 2017

Le due metà del mondo di Marta Morotti


Le due metà del mondo è un romanzo d'esordio insolito, lo apri con un'idea ma ben presto ti accorgi che la storia ti sta portando in tutt'altra direzione.
Maria ha diciannove anni e ha appena finito gli esami di maturità. Vorrebbe frequentare la facoltà di psicologia ma non può: andrà a lavorare in fabbrica come suo padre. La sua famiglia ha bisogno di lei.

Mi ero avvicinata piano e lo avevo toccato con un dito. Mia madre mi disse che bisognava stare molto attenti che non si facesse male. In quel momento capii che era tutto diverso. Nessun aspetto della nostra vita sarebbe tornato a essere come prima che lui nascesse.

La vita di Maria ha un prima e un dopo. Nel mezzo la nascita di un fratello con un ritardo mentale, Omar.
Niente è stato più come prima.
L'arrivo di quel bambino"diverso" si abbattuto come uno tsunami sulla serenità di Maria e dei suoi genitori: addio ai giochi, alle risate, ai progetti, alle speranze. Sembrano lontani i tempi in cui Alfio e Lucia lasciarono la loro amata Sicilia per inseguire un futuro migliore. I tempi in cui il domani era una promessa continua.  La loro casa è ormai abitata solo da silenzi e lacrime versate di nascosto.

Non sapeva ancora quanto fosse dura abbandonare chi si ama per rincorrere una vita tranquilla e dignitosa, ma sentiva il rumore dei sentimenti che si schiantano l'uno contro l'altro. Le facevano paura.

Maria, incapace di reggere il peso di tanta pressione, si chiude in un mondo tutto suo. Un universo solitario dove può entrare solo Salvatore, il suo migliore amico, capace di starle accanto senza giudicarla.
È proprio il giudizio altrui che pesa come un macigno: pazza. Ecco cosa pensa la gente. Maria sa che la colpa è di Omar, quel fratello che la segue come un'ombra. Lo odia. E lo ama.
Ma come può lasciarsi dietro quel peso così ingombrante e abbandonarsi ad una nuova vita smettendo di nascondersi?


Non si può perdere tempo a guardarsi indietro. Io l'ho fatto e lo faccio ancora, ma per me ormai è troppo tardi per cambiare. Maria, invece, deve lanciare il suo sguardo altrove, in un futuro possibile. Deve farsi travolgere e sconvolgere da quello che  intorno, da quello che fa parte della sua vita.

Marta Morotti racconta con la maestria il  senso di inadeguatezza della protagonista, la sua incapacità di stabilire delle sane relazioni sociali, di trovare il proprio spazio nel mondo. Il risultato è un romanzo amaro e malinconico che mira a toccare le corde del cuore del lettore.

Le due metà del mondo è un libro che parla di malattia, di dolore, di solitudine. Ma è soprattutto una grande storia di coraggio che ha per protagoniste due donne: Maria e sua madre Lucia. Due figure femminili costrette sulla riva opposta del fiume ma che scopriranno, nonostante tutto, un modo per ritrovarsi, per abbattere l'insormontabile muro di dolore e andare avanti.

Indicazioni terapeutiche: per chi crede che  il dolore è una prigione da cui si può fuggire.

Effetti collaterali: A volte ci attacchiamo a desideri irrealizzabili perché è più semplice. Sognare sogni impossibili non costa nulla. La vera sfida è uscire dal proprio guscio, dalla propria comfort zone, trasformare le aspirazioni in progetti.
La realtà è la più spaventosa delle avventure possibili.




venerdì 10 marzo 2017

Magari domani resto di Lorenzo Marone

Luce Di Notte.
Più che a un personaggio fa pensare ad un'ossimoro vivente.
Ed è così che appare la protagonista dell'ultimo romanzo di Lorenzo Marone. Contraddittoria, idealista, in perenne lotta con un passato che le ha giocato troppo brutti scherzi e un presente avaro di prospettive.
Luce che sembra destinata a collezionare soltanto insuccessi: un lavoro di avvocato insoddisfacente, una madre bigotta che non la capisce, un amore finito. Ma che non ci sta a rassegnarsi, ad uniformarsi, a seguire la corrente.

Mi stanno sulle palle quelli che credono di aver compreso come gira il mondo. Io non so se andare o restare, cosa sia meglio per me, e solo per me, di certo non credo che chi resti, chi tenti di aggiustare le cose, chi si fa il mazzo tutti i giorni per cambiare il proprio piccolo pezzettino di mondo sia meno coraggioso di chi manda tutto all’aria! 

Sarà l'inaspettata amicizia con Kevin, un bambino saggio, unita alla presenza del vicino Vittorio e alle attenzioni del Cane Superiore Alleria a riconciliarla con sé stessa.
Capirà infatti che non serve scappare, che non occorre inseguire chissà quali sogni di gloria, che, talvolta, è tutto nascosto in un gruppo di persone sedute intorno ad un tavolo, che si sono scelte e continuano a farlo giorno dopo giorno.
Come direbbe Kevin non so come dire... qui è come se ci fosse tutto quello che ci deve essere.


Non le chiamerei semplicemente abitudini, ma un modo per rendere il cielo sopra di noi meno imponente, per sentire di avere un posto dove bastano i nostri soliti piccoli gesti quotidiani a far funzionare le cose. Essere abitudinari non è poi così da sfigati. I bambini sono abitudinari. E i cani. Il meglio che c'è in giro. 


Magari domani resto è un libro ironico e malinconico, di una dolcezza inaspettata che ti conquista pagina dopo pagina. Un inno alle famiglie speciali, ai piccoli gesti quotidiani, alle abitudini, alla fiducia in sé stessi. A Napoli.
Oserei dire che questo romanzo è la quintessenza della napoletanità. Quella buona, quella che resiste. Come l'erba tra le crepe dell'asfalto. Quella dei Quartieri Spagnoli, del bucato steso alle finestre, del dialetto che strappa un sorriso.
Quella fatta dalle persone che non si arrendono, che convivono con il male accanto rimanendone immuni.  
Quella dei veri ribelli che hanno imparato a non abbassare mai gli occhi.


Indicazioni terapeutiche: per chi sceglie di andare, per chi sceglie di restare.

Effetti collaterali: Non esiste nessuna ricetta della felicità precostituita: non si può scegliere a priori se sia meglio partire o restare. Non è il luogo dove viviamo che ci definisce in quanto individui. Si tratta di scegliere tra lottare o fuggire, tra impegnarsi o lasciarsi trasportare dalla corrente. La forza la si dimostra affrontando le difficoltà di tutti i giorni, inseguendo un obiettivo e, perché no, talvolta fallendo.
Sempre fedeli a sé stessi, sempre liberi e allegri.
E curiosi. Perché la curiosità non è altro che una forma di coraggio.