giovedì 19 dicembre 2019

La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante


Dopo aver divorato la saga de L'amica geniale, come tanti lettori, aspettavo con ansia l'uscita del nuovo libro di Elena Ferrante. La vita bugiarda degli adulti non ha deluso le mie aspettative, anzi, devo ammettere che è l'unico romanzo che sono riuscita a finire negli ultimi mesi.
Giovanna è la figlia adorata di una coppia borghese della Napoli bene. I suoi genitori, entrambi professori, sono persone colte che l'hanno cresciuta nel mito della cultura e delle buone maniere. Ma l'immagine della famiglia perfetta è destinata ad andare in mille pezzi: Giovanna si renderà conto presto che il mondo degli adulti è una realtà fondata sulle bugie e sulle apparenze.



Io invece sono scivolata e continuo a scivolare anche adesso , dentro queste righe che vogliono darmi una storia  mentre in effetti non sono niente, niente di mio, niente che sia davvero cominciato o che sia davvero arrivato a compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, senza redenzione.

L'episodio, destinato a porre fine alla spensierata infanzia della protagonista, è apparentemente insignificante: ascolta infatti inavvertitamente una conversazione tra i suoi genitori, durante la quale il padre ammette che la figlia sta diventando brutta come sua sorella Vittoria. Vittoria altri non è che la zia rinnegata, la parte "marcia" della famiglia, da cui i genitori di Giovanna hanno preso le distanze, metaforicamente e non. Vittoria abita infatti nella parte bassa di Napoli, quella popolare, quella povera, quella ignorante. La ragazza spinta da una morbosa curiosità andrà a conoscere la zia, iniziando un pellegrinaggio tra Napoli alta e bassa, tra forma e sostanza, tra menzogne e verità.
La presa di coscienza di non essere più bella agli occhi della sua stessa famiglia ha infatti spalancato una crepa nella personalità di Giovanna. Come nel celebre romanzo pirandelliano, Uno, nessuno e centomila, la scoperta dello scollamento tra l'immagine che Giovanna ha di sé e quella percepita dagli altri apre ad una voragine di ragionamenti, spingendo la giovane verso sentimenti quali lo smarrimento e di turbamento. Di certo, le tematiche relative alla frantumazione dell'io sono funzionali alla storia di formazione della protagonista: Giovanna è una ragazza che dovrà imparare a  sue spese che crescere è un percorso non scevro di dolori e delusioni e che soprattutto comporta inevitabilmente l'affrancamento da parte della cieca accettazione genitoriale. 

Il tempo della mia adolescenza è lento, fatto di grandi blocchi grigi e improvvise gibbosità di colore verde o rosso o viola. i blocchi non hanno ore, giorni , mesi, anno, e le stagioni sono incerte, fa caldo e freddo, piove e c'è il sole. Anche le protuberanze  non hanno un tempo sicuro, il colore conta più di ogni datazione. la tinta stessa, del resto, che prendono certe emozioni è di durata irrilevante, chi sta scrivendo lo sa.

Contraddicendomi in parte con quello che ho scritto in apertura, devo ammettere che, sebbene ben costruito e scritto in maniera piacevole, ho trovato più interessante la prima parte, mentre da metà in poi il libro perde di mordente, diventando un po' troppo adolescenziale. Ciononostante ho trovato questo romanzo pieno di spunti e riflessioni: la lunga strada verso la vita adulta non può che passare per l"uccisione freudiana " di quei perfetti genitori, che poi così tanto perfetti non sono in realtà. 

Indicazioni terapeutiche: per chi non ha perdonato i propri genitori.

Effetti collaterali: L'età adolescenziale è quella più dura: il periodo dei sentimenti assoluti, delle scelte da cui non si può tornare indietro, dell'odio per sé stessi. Si impara a proprie spese che la verità è merce rara e che basta una parola per spazzare via anni di certezze. Crescere è una vera e propria lotta per la sopravvivenza: bisogna dimenticare ciò che si è stati, perdonando sé stessi e la propria famiglia, per fare spazio al nuovo sé adulto.