venerdì 31 ottobre 2014

I miei libri di Halloween

Oggi è  Halloween.
Halloween è una festa relativamente recente per noi italiani. Non fa parte della nostra tradizione in senso stretto, anche se negli ultimi anni si è imposta come una nuova moda.
Il nome All-Hallows-Eve significa letteralmente "vigilia dei morti": la leggenda narra che è una notte speciale in cui il confine tra il  nostro mondo e l'aldilà si fanno più labili. E' la notte delle streghe, dei fantasmi e dei mostri.
Ispirandomi a questa festività, ho pensato di stilare una classifica dei libri a tema:

1. Il mastino di Baskerville (Conan Doyle). Riuscirà Sherlock Holmes, con l'aiuto del suo fidato assistente Watson, a svelare il segreto che si cela dietro la maledizione che ha colpito la famiglia Baskerville? 

2. Il suggeritore (Donato Carrisi). Goran Gavila e Mila Vasquez sono sulle tracce di un serial killer che sa assumere molte sembianze, il che li mette costantemente alla prova in un’indagine in cui ogni segreto ne nasconde un altro, fino all'ultimo inatteso colpo di scena.

3. Frankestein (Mary Shelley). La storia del mostro, creato in laboratorio dal dott. Frankestein, diventato una figura immortale, simbolo del diverso ma anche della paura per il progresso e la scienza. 

4. Dracula (Bram Stoker). Tra tutte le creature della notte i vampiri sono quelle più affascinanti. Dracula, capostipite di questa razza, è uno dei personaggi più famosi creati dalla penna di uno scrittore, che ancora oggi non smette di sedurre il lettori. 

5. La biblioteca dei morti ( Glenn Cooper). Se esistesse una biblioteca in cui sono raccolte tutte le date di nascita e di morte di tutti gli esseri umani, anche di quelli che devono ancora nascere e morire? 

6. Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (Robert Louis Stevenson). La storia di uomo rispettabile che si trasforma di notte in una mostro, mettendo in scena lo sdoppiamento  presente in ogni essere umano, che riflette l'antitesi tra  Bene e Male e, in definitiva, l'ambiguità che alberga in ogni animo umano. 

8. IT (Stepehen King). Chi da bambino non ha avuto gli incubi pensando al terribile pagliaccio creato dalla penna autore americano? 

9. Shutter Island (Dennis Lehane). Nel 1954, gli agenti federali Edward "Teddy" Daniels e la sua spalla Chuck Aule si recano su Shutter Island, manicomio specializzato nella cura di criminale, per indagare sulla scomparsa di una paziente. Il confine tra realtà e pazzia è labile: dove si nasconde la verità?

E per voi, qual è la vostra personale classifica dei libri più terrificanti?

giovedì 30 ottobre 2014

Nessuno sa di noi di Simona Sparaco

Viviamo un una società in cui, uno alla volta, tutti i tabù sono caduti. Il sesso, la nudità, le perversioni. Ma ce se sono alcuni, quelli che intaccano la parte più profonda di noi, che rimangono. Ci sono sentimenti di cui non si può parlare. Emozioni che vanno piantate come un seme nel profondo del cuore e lì rimangono, custodite come il più terribile dei segreti. Ma i segreti sono come catene: una volta che si sceglie di averli non si è più liberi come prima.
Luce e Pietro stanno per avere un bambino, Lorenzo. Un bambino desiderato, cercato, arrivato dopo mille tentativi. Luce è euforica: presto lei, Pietro e Lorenzo saranno una famiglia. La vita è bellissima.
Ma il destino ha in serbo un’amara sorpresa. Durante una visita ecografica, la ginecologa si accorge che c’è qualcosa che non va. Displasia scheletrica. Una diagnosi che non da' scampo, che arriva come un uragano a lasciare solo macerie dopo il suo passaggio.
Da quel momento la protagonista Luce sarà trascinata in una girandola di eventi: la diagnosi, i dubbi, le visite, fino alla decisione più drammatica, l'aborto terapeutico.
Il peso di questa decisione schiaccerà Luce e la costringerà a rimettere in discussione tutta la sua vita: perché proprio a lei?  Come è possibile sentire in maniera così feroce la mancanza di qualcuno che non si è mai conosciuto? Cosa può l'amore di fronte a tanta disperazione?
Mentre tutti le dicono di guardare avanti, Luce si abbandona al suo dolore. Si sente una casa disabitata, un guscio svuotato incapace di dare e ricevere amore.
Al suo esordio l'autrice Simona Sparaco mette in scena il doloroso percorso di una donna che affronta una scelta lucida e dolorosa, quella dell'aborto terapeutico, che ha bisogno di essere rivendicata e compresa. Solo così infatti potrà riconciliarsi con sé stessa e riuscire ad andare avanti.

Indicazioni terapeutiche: direi che è un libro quasi prettamente femminile, scritto da una donna per altre donne. È un romanzo intimista, che scandaglia l'animo femminile e ci consegna un sguardo più indulgente verso tutte coloro che si confrontano con il desiderio di maternità.

Effetti collaterali: ci hanno abituati a pensare che la maternità è sempre un dono. Non è vero. A volte è un macigno ma ciononostante le donne trovano sempre la forza di farci i conti.

martedì 28 ottobre 2014

Una casa di petali rossi di Kamala Nair

Rakhee è una giovane di successo, con un bella carriera davanti, un fidanzato che ama e con cui sta per sposarsi. Ma Rakhee è anche una donna che custodisce un terribile segreto. Il suo segreto ha radici lontane, nella sua infanzia, quando bambina visitò insieme a sua madre la sua casa natìa in India.

Sebbene siano passati anni da quella estate, la scoperta di ciò che la sua famiglia aveva nascosto così caparbiamente non l’ha mai abbandonata. Anzi le bugie di sua madre hanno intaccato il loro rapporto, allontanandole per sempre. Capirà che solo facendo i conti col suo passato, potrà vivere un presente pieno, consapevole che una vita costruita sulle bugie è una vita in bilico. Riuscirà a superare il dolore e la delusione e a ricucire lo strappo tra di loro?


La storia ci trasporta indietro nel passato: la protagonista rivivrà i suoi ricordi di bambina, quando sua madre decise di portarla con sé in India per farle conoscere la sua famiglia, i Varma.
Resterà abbagliata da un paese dove, nonostante la povertà, la luce è più accecante, i colori più nitidi, i profumi più intesi.
Lontana dal padre, confusa dal nuovo ambiente e da una madre che non riconosce più, si ritroverà catapultata in una situazione più grande di lei. Esplorando infatti i dintorni dell’enorme casa dei nonni materni all’ombra dell’ashoka, l’albero dai petali rossi, scoprirà un giardino e il segreto che esso racchiude. 

La scrittrice Kamala Nair ci trasporta in un mondo lontano, dove la tradizione e l’onore della famiglia vengono ancora al primo posto. Cosa tiene una famiglia insieme? E cosa la divide? Rakhee, messa davanti ad una scoperta sconcertante, non sarà disposta a scendere a compromessi con la sua coscienza e, anche se solo una bambina, si batterà per far emergere la verità.
Col tempo comprenderà l’importanza di perdonare sua madre, non tanto perché ella meriti il suo perdono ma piuttosto perché è lei stessa che merita la serenità.

Indicazioni terapeutiche: per chi ama calarsi nelle dinamiche familiari e gli scenari esotici. Per chi crede che diventare grandi significhi vedere i propri genitori con occhi diversi e accettare, finalmente, che in quanto uomini e donne hanno i loro limiti e i loro difetti.

Effetti collaterali: la storia è costruita intorno al segreto custodito gelosamente dalla famiglia Varma, che è molto meno misterioso di quanto si pensi. La trama, a tratti, è più scontata del previsto.

domenica 26 ottobre 2014

Il desiderio di essere come tutti di Francesco Piccolo

Il desiderio di essere come tutti non è un romanzo in senso stretto, né un libro di storia, né un saggio politico ma un po' di tutti questi generi messi insieme.
Francesco Piccolo mette in scena la storia della sinistra italiana che si specchia in quella di un uomo o, meglio, la storia  di un uomo che si specchia in quella della sinistra.
Da Berlinguer, al rapimento di Moro, al discorso di Bertinotti che pose fine al governo Prodi, all'ascesa di Berlusconi. Avvenimenti di tutti i giorni che si mischiano con riflessioni politiche ma anche filosofiche. Il nostro essere esiste a prescinde della realtà esterna o ciò che ci circonda che ci influenza e determina ciò che siamo?
L'autore ripercorre la sua vita focalizzando l'attenzione sugli venti pubblici che hanno rappresentato dei punti di svolta: da bambino quando si è accorto di sentirsi "comunista", passando per gli interrogativi della giovinezza sul compresso storico e sul confronto con la sinistra moderata, fino ala età adulta che ha conciso con l'ascesa di Berlusconi, che ha dominato la scena politica negli ultimi 20 anni costringendo chiunque si riferisce di sinistra a fare i conti con sé stesso e con le proprie convinzioni.
Nonostante il libro ripercorra l'infanzia e la giovinezza dell'autore non vi traccia di nostalgia: c'è un amore per il presente, una consapevolezza che non si può rinunciare alla passione per la vita pubblica, la politica, una volontà di restare in Italia, a dispetto di tutti i suoi problemi e i suoi limiti. In altre parole, il desiderio di essere come tutti, la necessità  cioè di concepire l'impuro come modo di stare al mondo e il saper coniugarlo con la purezza che alberga dentro di noi.

Indicazioni terapeutiche: per chi si definisce progressista, chi è cresciuto nel mito di Berlinguer, per si domanda oggi cosa significa essere di sinistra e se ha ancora senso parlare di categorie, per alcune superate, come destra e sinistra.

Effetti collaterali: il libro talvolta scende in digressioni storico-politiche che ne rallentano il ritmo. Sconsigliato a chi non si interessa di politica.

giovedì 23 ottobre 2014

Dottore, aiuto! Ho il blocco del lettore!

Quasi tutti sono a conoscenza del famigerato blocco dello scrittore, scrittori in preda a deliri che fissano il bianco delle schermo del pc (o del quaderno) alla confusa ricerca delle parole giuste, dell'idea vincente.

Pochi invece parlano di un male ben più diffuso: il blocco del lettore.
La noia che vi assale ogniqualvolta aprite un libro. La mente divaga davanti a tutte quelle lettere che si animano e si rincorrono, come animaletti impazziti, perdendo ogni significato, le palpebre sbattono come falene imprigionate per poi arrendersi mollemente e chiudersi. Non c'è nulla da fare. Quel libro proprio non vi prende e allora ne iniziate un altro. E poi un altro. E un altro ancora. Ma nulla. Nessuno vi regala quella magia segreta che cercate, nessuno vi avvince a sé soggiogandovi con le catene dell'immaginazione.

La diagnosi è presto fatta. Siete stati colpiti dalla sindrome del blocco del lettore
Le cause sono ancora sconosciute. Per alcuni la colpa è da ricercare nell'ostinazione di leggere libri che non procurano alcun piacere. Quasi che la lettura fosse un altro dovere della vita.
Chi di noi non si è mai cimentato nella lettura di qualche classico abbandonandolo miseramente poco dopo? Spinti a perseverare da una sorta di grillo parlante della coscienza letteraria, ci si rifiuta di gettare la spugna finendo così per sprofondarsi nella lettura sempre meno. Niente di più sbagliato. Leggere è un piacere: lasciate i tomi che non vi attirano a coprirsi di polvere sugli scaffali ma non rinunciate alla vostra passione.
Altri lettori riferiscono di aver perso ogni interesse dopo la fine di un libro bellissimo, un capolavoro che ha rubato loro l'anima. Il lettore col cuore spezzato, come un innamorato abbandonato, si domanda tra i sospiri: troverò  un altro libro all'altezza? Mi appassionerò mai un'altra storia che mi coinvolga così tanto? Si è come colpiti da una sorta di sindrome da abbandono.
Anche qui vale la regola del chiodo schiaccia chiodo: fiondatevi in una libreria o in una biblioteca, annusate tra le pagine, cercate l'ispirazione.
Altri ancora sono troppo stanchi, stressati, non riescono a concentrarsi per più di due righe di seguito. La sola vista di un rivista li inorridisce. Questa è una delle forma più acute.

Non è stata ancora trovata una cura. Gli esperti suggeriscono di fare una pausa: prendetevi del tempo. Voi e i libri. Riscoprite il piacere di calarvi in un mondo solo vostro. Ascoltate i vostri desideri più intimi per capire la storia che volete vivere, il racconto di cui non volete a fare a meno.
Se proprio non riuscite a trovare un nuovo libro, rovistate tra quelli che già avete. Non c'è niente di meglio a volte che tornare sui propri passi quando si è smarrito la strada maestra.

Non demordete. Per ogni storia che vi ha rubato il cuore, ce n'è una dietro l'angolo che non aspetta altro di essere scoperta.

martedì 21 ottobre 2014

Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez

Oggi vi parlo di uno dei miei romanzi preferiti in assoluto. Anzi Cent’anni di solitudine non è, a parer mio, un romanzo ma IL ROMANZO.
Per i pochi che lo ignorano, Cent’anni di solitudine è il capolavoro di Gabriel Garcia Marquez, l’autore colombiano scomparso lo scorso 17 aprile, considerato uno dei più importanti scrittori del Novecento.
L'influenza che ha avuto sul mondo letterario è tale che questo libro è considerato oggi l’opera più importante in lingua spagnola dopo il Don Chisciotte. 
La storia narra l'intreccio centenario tra la famiglia Buendìa e il piccolo paese immaginario di Macondo (come vorrei esistesse davvero!).
C'è tutto: amore, guerra, tradimenti e riconciliazioni, magia e maledizioni. Non fatevi distrarre  però dagli elementi del favolismo magico, che si racconta che Marquez abbia inserito ispirandosi ai racconti di sua nonna, fondamentalmente il libro è una storia di solitudini. I personaggi sono chiusi in sé stessi, incapaci di andare aldilà dei propri limiti, prigionieri delle loro passioni e delle loro convinzioni.
Ma il libro ci pone di fronte anche ad un'altra domanda: è possibile sfuggire al proprio destino?
Per Marquez la risposta è no. Domina il fatalismo: ognuno sembra intrappolato nelle maglie di una rete impossibile da spezzare, condannato a reiterare gli sbagli della generazione precedente. Neanche l’amore è in grado di salvare i protagonisti, anzi la passione li conduce alla rovina.
Alcuni lettori sono confusi dal fatto che i nomi maschili si ripetono. Non è una scelta casuale. Il tempo assume una dimensione magica, come se passato e futuro coesistessero nel presente, come se, ancora una volta, fosse inevitabile non percorrere la strada che il fato aveva già tracciato.
L'epopea di questa famiglia vi trascinerà tra incontri, partenze, ritorni, amori e vendette e, credetemi, anche quando tutto sarà finito non ne avrete avuto ancora abbastanza.

Indicazioni terapeutiche: da leggere e rileggere (ogni volta che lo faccio ne apprezzo sfumature diverse!). Per tutti perché è un peccato non aver letto un capolavoro simile.
Piacerà sicuramente a chi è affascinato dalle saghe familiari e a chi cerca una storia senza tempo. 

Effetti collaterali: impazzirete nel distinguere i vari Aureliani e Jose Arcadio, vi struggerete dietro le loro storie d'amore, rassegnati al fatto che l'essere umano è inerme di fronte al destino.

martedì 14 ottobre 2014

Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella



Giuseppe Catozzella ci consegna un libro di un’intensità unica, la storia di una ragazza che non ha mai smesso di lottare per realizzare il suo sogno, diventare un’atleta famosa in tutto il mondo. Lo scrittore-giornalista si è imbattuto in questa storia e ha scelto di raccontarla a testimonianza della vita di Samia Yusuf Omar e del suo enorme coraggio.
Nata in Somalia, una paese devastato dalle guerre civili, la protagonista Samia ha la corsa nel sangue. Correre non è solo una passione ma la sua ragione di vita, il suo modo per lottare per i diritti delle le donne somale, con la speranza un giorno di liberarle dal giogo del regime integralista che le opprime.
Correre la porterà a sfidare le convenzioni, le regole degli integralisti, il suo stesso destino che sembra ostacolarla in ogni modo. Ma la determinazione può tutto e, a dispetto della fame e degli allenamenti notturni, Samia parteciperà alle olimpiadi del 2008 di Pechino (nel video in basso potete rivivere gli istanti della sua gara). Magra, priva della massa muscolare delle altre atlete, vestita di una semplice t-shirt bianca, correrà la sfida della sua vita. Un topolino in mezzo ad un branco di leoni.
Arriverà ultima ma diventerà un simbolo per tutte le donne musulmane. Proprio il fatto di essere diventata la personificazione di chi resiste e vuole un paese diverso la trasformerà però in un bersaglio agli occhi dei gruppi militari islamici. 
Alla fine delusa dal suo Paese in cui non si riconosce più, Samia decide di intraprendere il Viaggio verso l’Europa, la libertà, affrontando tutte le difficoltà e i pericoli che questo comporta.
Il libro ci catapulta in un mondo fatto di soprusi e ristrettezze in cui essere donna è un limite. Ma ci fa anche percepire con occhi diversi il fenomeno dei migranti che ogni giorno approdano, o muoiono nel tentativo di farlo, sulle coste italiane. Quale merito abbiamo di essere nati in Italia invece che in un paese dilaniato dalla guerra e dalla fame? Non è nostro dovere morale accogliere e aiutare queste persone che non altro desiderio che una vita dignitosa che il destino ha loro negato?
Non è facile esprimere giudizi. Non c'è giusto o sbagliato, bianco o nero.Vi chiedo solo di sospendere il vostro giudizio e provare, per una volta, a guardare la faccenda con gli occhi di chi lascia tutto in nome di una speranza di un futuro migliore.

Indicazioni terapeutiche: per i sognatori, per chi crede che la volontà può tutto, per chi ama sfidare le convenzioni.

Effetti collaterali: vi sentirete fortunati per essere nati in Italia, dove molte cose non funzionano, ma esiste ancora la possibilità di cambiare le cose. O almeno spero.


domenica 5 ottobre 2014

Caro amico


Caro amico,
Ti scrivo così mi distraggo un po'....
Lucio Dalla iniziava con queste parole una delle sue canzoni più famose. Non potevo scegliere parole migliori per inaugurare questa rubrica.

Credits by zingarate.com
Il nome "Sogni e Bisogni" mi è stato ispirato, ça va sans dire, da un libro e mi ha colpito subito. Perché leggere è librarsi al di là della realtà in un mondo tutto nostro, e allo stesso tempo è un'urgenza che nasce del profondo del nostro essere e non può essere ignorata.
Non ho volutamente scelto un titolo più specifico perché non voglio mettere dei paletti. Questo spazio sarà dedicato alle discussioni sui libri, alle classifiche dei libri, alle riflessioni sui libri.
Insomma il fil rouge mi pare lampante: i libri. 
Spero di aver suscitato la vostra curiosità. 
 Al prossimo post!

mercoledì 1 ottobre 2014

Per dieci minuti di Chiara Gamberale

Di cosa abbiamo bisogno quando ci sentiamo ad un punto morto della nostra vita? Davanti a noi nessuna strada, o forse troppe, e la mente come paralizzata. Può succedere dopo una perdita o un grosso cambiamento, ma a volte può accadere mentre vivi la tua vita quotidiana, inconsapevole delle tegola che ti sta per cadere in testa.
Chiara Gamberale lo chiama andare sottovuoto. Quando la tua vita va avanti, ma senza di te.
La protagonista, Chiara, abbandonata dal marito e in crisi lavorativa, si rivolge ad una psicoterapeuta che le assegna un semplice esercizio: ogni giorno dovrà dedicare 10 minuti ad un attività mai fatta prima. Sembra facile. Provateci. Io l'ho fatto e non c'è niente di più difficile di cambiare le abitudini radicate in noi. Cambiare strada, bere un infuso invece di un caffè, cucinare un piatto mai mangiato prima. Ma la cosa più difficile è staccarsi dai propri feticci, anche quelli che ci fanno stare male, perché all'ignoto la maggior parte di noi preferisce ciò che conosce, non importa quanto sia frustrante. E allora provare uno smalto fucsia, una lezione hip-hop, vestirsi da babbo natale diventano modi andare aldilà della sopravvivenza, per riscoprirsi vivi e capaci di mettersi in discussione.
Il vero coraggio diventa quello di lasciarsi dietro ciò che ci limita e ci provoca sofferenza, scoprire che, forse, tutto ciò che ci faceva paura non è poi così male, che quello che fa’ male davvero è restare attaccati ad un immagine di sé che nella realtà non è mai esistita.
Come ci ha abituati nei suoi libri, Chiara Gamberale ci regala un personaggio femminile complesso, al limite del nevrotico, fragile e forte allo stesso tempo, che fallisce ma non si stanca ma di riprovarci. Un modello, non perché perfetto ma irraggiungibile, ma, al contrario, perché imperfetto come tutti noi.

Indicazioni terapeutiche: per quelli che non si smettono mai di mettersi in discussione, per quelli che si fanno troppe domande ma non si stancano di cercare le risposte, per chi crede che si può sempre ricominciare.
La terapia suggerita dal libro può causare scompensi agli abitudinari e alle menti chiuse.

Effetti collaterali: Il libro ha creato un vero effetto a cascata nella realtà, persone, che seguendo l’esempio della protagonista, si sono dedicate ad un’attività mai fatta prima. Io stessa l’ho fatto. Quindi armatevi di coraggio e buttatevi: sperimentate, provate cose mai fatte, imboccate strade mai intraprese. Nessuno sa come andrà a finire ( e forse il bello sta proprio lì).