venerdì 5 dicembre 2014

La briscola in cinque di Marco Malvaldi

Mettete insieme un omicidio, un barista un po' burbero ma dall'intuito infallibile e un gruppo di arzilli vecchietti toscani. Cosa ottenete? La Brisicola in cinque di Marco Malvaldi.
La trama è semplice (quasi minimale direi): in una piccola cittadina immaginaria della costa livornese, Pineta, una ragazza dalla reputazione non impeccabile viene ritrovata morta in  un cassonetto. Nel paesino i pettegolezzi si sprecano. Chi sarà stato? Le indagini, guidate dal non particolarmente brillante commissario Fusco, languono. Toccherà a Massimo, barista laureato dal carattere spigoloso, trovare il bandolo della matassa.
Sebbene gli elementi del giallo ci siano tutti, il delitto sembra quasi un escamotage per narrare le dinamiche di un piccolo paese. La vera protagonista è la provincia toscana, con le sue chiacchere da bar,  le vecchiette nascoste dietro le persiane, l'umorismo e lo sfotto' (tipico modo di prendersi in giro benevolmente). Insomma la vita quotidiana di quei quei luoghi dove tutti si conoscono e sanno tutto di tutti, senza che nessuno si sogni di mettere in discussione questo modo di vivere.
Perno della narrazione è il BarLume, il locale gestito dal protagonista, frequentato da un gruppetto di ottantenni, Ampelio, Aldo, Pilade e il Rimediotti, che passano le loro giornate  a giocare a carte e litigare tra loro. I dialoghi, pervasi di ironia, strappano più di un sorriso e ci catapultano in una dimensione dove il tempo sembra essersi fermato.
Malvaldi scrive bene, lo stile è lineare, a tratti brillante. I punti forte del libro sono, senza dubbio, i passaggi in dialetto e la caratterizzazione del protagonista Massimo e dei vecchietti, mentre gli altri personaggi minori sono appena abbozzati.
Forse il libro ha poco del giallo puro (il vero colpevole si intuisce troppo presto) ma la lettura piacevole e divertente fa divorare il racconto pagina dopo pagina.

Indicazioni terapeutiche: per chi ama le atmosfere della provincia, i personaggi sarcastici e l'umorismo toscano.

Effetti collaterali: Un vero e proprio scorcio di vita quotidiana, che sa di nostalgia per chi come me è cresciuta in un paesino che ricorda molto Pineta, e incuriosirà di certo anche chi non è toscano. Il libro lascia in bocca un gusto di cose andate, le partite al biliardino, il bicchiere di spuma bionda, il nonno che gioca a carte coi suoi amici, nostalgia per luoghi ed emozioni che non ritorneranno più.

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