lunedì 15 settembre 2014

Ti prendo e ti porto via di Niccolò Ammaniti

Ti prendo e ti porto via è sicuramente uno dei miei libri preferiti. L'ambientazione nella cittadina inventata di Ischiano scalo, lo spessore con cui sono costruiti i personaggi, l'intreccio delle storie che alla fine convergono magicamente in un finale che mozza il fiato lo rendono un libro imperdibile.
Il protagonista è Pietro, bambino giudizioso cresciuto come l'erba di scarpata ferroviaria (cit Guccini), che affronta le difficoltà della vita armato solo del suo buon senso e della sua precoce maturità. Tutto questo purtroppo non basterà a metterlo al sicuro dai colpi che infligge la vita, non risparmiando i più deboli, anzi accanendosi proprio con loro. 
È una piccola realtà di provincia disincantata, dura, quasi crudele, quella che disegna Ammanniti, una sorta di giungla dove vige la regola del più forte. La storia di Pietro si intreccia alla storia degli altri personaggi, ciascuno impegnato nel disperato tentativo non tanto di essere felice ma di sopravvivere, anche, e soprattutto a volte, a discapito degli altri. Non ci sono eroi, solo persone con le loro debolezze e i loro limiti.
Alla fine ognuno avrà imparato qualcosa non senza essersi procurato profonde cicatrici. Al lettore decidere se ne sarà valsa la pena. 


Indicazioni terapeutiche: per gli speleologi dell'anima, che amano tuffarsi nei meandri del cuore dei personaggi. Per chi si chiede come mai le persone sono quello che sono e fanno ciò che fanno. Per chi crede nel riscatto finale.

Effetti collaterali: Sarete pervasi da un enorme senso di giustizia, da un'indignazione che vi trasformerà in novelli Don Chischiotte, pronti a sfidare ogni mulino a vento. Profonda nostalgia aspetta chi è cresciuto in provincia e si riconoscerà nelle atmosfere da piccola cittadina, dove tra ritmi lenti e chiacchere da bar a volte si consumano le peggiori tragedie.

0 commenti:

Posta un commento