martedì 6 dicembre 2016

L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafon



Cosa c'è di meglio per un booklover di un romanzo che ha come protagonista un libro?
Questa non è una storia qualunque, ma parla di libri maledetti, di errori imperdonabili e amori perduti per sempre.
In una Barcellona  degli anni '40, avvolta dalla nebbia, grigia e minacciosa, Daniel Sempere, ragazzino figlio di un libraio, si imbatte casualmente nel romanzo di uno scrittore sconosciuto, le cui opere vengono sistematicamente bruciate da un losco individuo.

Una volta Julián ha scritto che le coincidenze sono le cicatrici del destino. Le coincidenze non esistono, Daniel: siamo solo marionette mosse dalla nostra incoscienza.

Il giovane Daniel, grazie all'aiuto dell'amico Férmin Romero de Torres, un individuo dalle mille risorse e dalla parlantina vivace, ricostruirà le vicende del misterioso scrittore, un complesso intrigo nel quale si intrecciano amore e odio, amicizia e tradimento, vita e morte. Scoprendo con crescente inquietudine che il fantasma dell'autore che insegue da così tanto tempo, gli assomiglia più di quanto vorrebbe ammettere.
La storia si sviluppa infatti su due diverse linee temporali: quella del protagonista e quella dello scrittore, Julian Carax, uniti da uno stesso destino, quello di vivere un amore impossibile, e condannati, sembra, ad essere vittime degli stessi errori.

"Scrivi dei libri. Scrivili per me. Per Penelope.”
Julian annuì, e solo allora comprese quando gli sarebbe mancato l'amico.
"E conserva i tuoi sogni." disse Miquel. "Non puoi sapere quando ne avrai bisogno."
"Sempre" sussurrò Julian, ma il ruggito del treno soffocò le sue parole.


Carlos Ruiz Zafon è riuscito a costruire un libro che fonde più generi: thriller, giallo, gotico, romanzo di formazione. Il risultato non è però un'accozzaglia di stili ma una storia ben congegnata, nella quale le tessere del puzzle sono destinate ad incastrasi alla perfezione.
Il personaggio a mio parere riuscito meglio è Fermin, che nasconde un passato di miseria con un surplus di ostentata allegria, dispensando saggezza e ottimismo. Simbolo di lealtà e fedeltà fa da contraltare all'antagonista della trama, l'ispettore Fumero, un individuo animato solo dall'odio e dal desiderio di una vendetta.


Si ama davvero una sola volta nella vita, Julián, anche se non ce ne rendiamo conto. 

L'ombra del vento, il primo romanzo della saga Il cimitero dei libri dimenticati ha sancito il successo di Zafon nel mondo. Quello che ho apprezzato  è soprattutto la capacità di questo scrittore di tratteggiare un universo di personaggi incatenati al loro fato, che si diverte a giocare con loro come fossero burattini, in una sorta di determinismo ineluttabile.  La stessa ambientazione,  una Barcellona teatro degli scontri della guerra civile, cupa, tetra, misteriosa e minacciosa, sembra incarnare le emozioni stesse degli attori di questa storia, piegati dal dolore e dal peso delle loro scelte.
Ma un barlume c'è. Il messaggio che lo scrittore vuole trasmettere è chiaro: l'importanza della letteratura. Le parole sono materia viva. Esse si animano e prendono vita ogni volta che qualcuno sfoglia una pagina di un libro. La parola scritta contiene in sé il dono dell’eternità , risuonando nel percorso di ogni lettore, incarnando le sue speranze o le sue delusioni più profonde.

Indicazioni terapeutiche: per chi ha lottato per un amore impossibile, per chi non si stanca di cercare la verità, per chi ha la fortuna di avere al suo fianco un amico fidato.

Effetti collaterali: Nei libri di Julian c'è un'idea che ho sempre sentito mia: continuiamo a vivere nel ricordo di chi ci ama. È questa l'unica vera immortalità: se si è stati amati, il proprio ricordo è destinato a non svanire mai.




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