venerdì 10 marzo 2017

Magari domani resto di Lorenzo Marone

Luce Di Notte.
Più che a un personaggio fa pensare ad un'ossimoro vivente.
Ed è così che appare la protagonista dell'ultimo romanzo di Lorenzo Marone. Contraddittoria, idealista, in perenne lotta con un passato che le ha giocato troppo brutti scherzi e un presente avaro di prospettive.
Luce che sembra destinata a collezionare soltanto insuccessi: un lavoro di avvocato insoddisfacente, una madre bigotta che non la capisce, un amore finito. Ma che non ci sta a rassegnarsi, ad uniformarsi, a seguire la corrente.

Mi stanno sulle palle quelli che credono di aver compreso come gira il mondo. Io non so se andare o restare, cosa sia meglio per me, e solo per me, di certo non credo che chi resti, chi tenti di aggiustare le cose, chi si fa il mazzo tutti i giorni per cambiare il proprio piccolo pezzettino di mondo sia meno coraggioso di chi manda tutto all’aria! 

Sarà l'inaspettata amicizia con Kevin, un bambino saggio, unita alla presenza del vicino Vittorio e alle attenzioni del Cane Superiore Alleria a riconciliarla con sé stessa.
Capirà infatti che non serve scappare, che non occorre inseguire chissà quali sogni di gloria, che, talvolta, è tutto nascosto in un gruppo di persone sedute intorno ad un tavolo, che si sono scelte e continuano a farlo giorno dopo giorno.
Come direbbe Kevin non so come dire... qui è come se ci fosse tutto quello che ci deve essere.


Non le chiamerei semplicemente abitudini, ma un modo per rendere il cielo sopra di noi meno imponente, per sentire di avere un posto dove bastano i nostri soliti piccoli gesti quotidiani a far funzionare le cose. Essere abitudinari non è poi così da sfigati. I bambini sono abitudinari. E i cani. Il meglio che c'è in giro. 


Magari domani resto è un libro ironico e malinconico, di una dolcezza inaspettata che ti conquista pagina dopo pagina. Un inno alle famiglie speciali, ai piccoli gesti quotidiani, alle abitudini, alla fiducia in sé stessi. A Napoli.
Oserei dire che questo romanzo è la quintessenza della napoletanità. Quella buona, quella che resiste. Come l'erba tra le crepe dell'asfalto. Quella dei Quartieri Spagnoli, del bucato steso alle finestre, del dialetto che strappa un sorriso.
Quella fatta dalle persone che non si arrendono, che convivono con il male accanto rimanendone immuni.  
Quella dei veri ribelli che hanno imparato a non abbassare mai gli occhi.


Indicazioni terapeutiche: per chi sceglie di andare, per chi sceglie di restare.

Effetti collaterali: Non esiste nessuna ricetta della felicità precostituita: non si può scegliere a priori se sia meglio partire o restare. Non è il luogo dove viviamo che ci definisce in quanto individui. Si tratta di scegliere tra lottare o fuggire, tra impegnarsi o lasciarsi trasportare dalla corrente. La forza la si dimostra affrontando le difficoltà di tutti i giorni, inseguendo un obiettivo e, perché no, talvolta fallendo.
Sempre fedeli a sé stessi, sempre liberi e allegri.
E curiosi. Perché la curiosità non è altro che una forma di coraggio.


0 commenti:

Posta un commento