sabato 3 marzo 2018

Stoner di John Williams


Si dice che Dio stia nei dettagli. Che la grandezza si nasconda nelle pieghe più umili nella vita, nei dettagli appunto, che restano invisibili agli occhi disattenti della maggior parte delle persone.In questo senso, Stoner è un romanzo quasi perfetto, perché seppur apparentemente incentrato su una storia banale, una vita piatta, costruisce un universo denso di significati, catapultandoci nel mondo interiore del protagonista.  Se raccontare in maniera epica una vita avventurosa è difficile, come si può definire la capacità di glorificare una vita ordinaria? Il genio di un fuoriclasse?
Di certo c'è del talentuoso in John Williams, che riesce nella mirabolante impresa di dare vita ad un romanzo destinato a diventare un classico della letteratura americana. Uscito più di cinquanta anni fa, nel 1965, questo libro è stato ripubblicato nel 2013, diventando, grazie al passa-parola,  un caso editoriale, tanto che Tim Kreider sul New Yorker lo ha definito il "più grande romanzo americano di cui non avete mai sentito parlare".

La Verità, il Bene, il Bello. Sono appena dietro l’angolo, nel corridoio accanto; sono nel prossimo libro, quello che non hai ancora letto, o sullo scaffale più in alto, dove non sei ancora arrivato. Ma un giorno ci arriverai.

William Stoner è un semplice ragazzo di campagna, figlio di contadini nel Missouri, destinato a spaccarsi la schiena, come suo padre prima di lui, piegato su un arido pezzo di terra. Iscritto alla facoltà di Agraria, rimane folgorato dall'amore per la letteratura inglese e, unico colpo di testa della sua vita, decide di abbandonare la strada che qualcun'altro aveva tracciato per lui per intraprendere la carriera di ricercatore universitario.

A quarantatré anni compiuti, William Stoner apprese ciò che altri, ben più giovani di lui, avevano imparato prima: che la persona che amiamo da subito non è quella che amiamo per davvero e che l’amore non è una fine ma un processo attraverso il quale una persona tenta di conoscerne un’altra.

L'intera esistenza di Stoner sarà in realtà condannata ad una sorta di limbo, una zona grigia, come se il protagonista non fosse capace di scrollarsi di dosso la mediocrità e la malinconia che lo affliggono, come una strana malattia da cui non riesce a guarire.
Tutto lo sviluppo di romanzo è caratterizzato infatti dalla forte contrapposizione tra il mondo interiore del protagonista, ricco di sfaccettature, e l' apparente distacco con cui vive ogni tappa della propria vita.  Stoner sopravviverà ad un matrimonio profondamente infelice, alla stroncatura della sua carriera accademica, all'impossibilità di costruire un rapporto con la figlia. Si farà scivolare addosso l'odio della moglie e le scorrettezze dei colleghi, armato soltanto di un ostinato stoicismo e di un fatalismo, che affondano le radici in una caparbia etica del sacrificio, eredità dei suoi antenati.

Bisogna innamorarsi, per capire un po’come si è fatti.

Stoner è un personaggio che commuove, impietosisce, scuote. Che irrita per la pacata rassegnazione con cui affronta la vita.  Stoner è il nostro vicino di casa, la persona che fa la fila alla posta accanto a noi, il vecchio seduto da solo al giardinetto. Il prototipo dell' uomo ordinario che vive una vita ordinaria del tutto priva di qualsiasi colpo di scena.
Ma se si è capaci di grattare la scorza della superficie c'è molto di più. Stoner è anche passione intellettuale, dedizione al lavoro, coerenza e senso di responsabilità. Stoner è la sensibilità e la capacità di guardare il modo e di emozionarsi, di capire, in fondo, che la nostra vita è tutto qui.
Stoner siamo un po' tutti noi.


Indicazioni terapeutiche: per chi crede che la vera impresa eccezionale sia essere ordinari.

Effetti collaterali: Stoner rinuncia all'unico amore che abbia mai conosciuto. Lo fa senza rancore né acredine. Anzi il ricordo di quel germoglio di felicità lo accompagnerà per il resto della sua vita.
Può l'amore di pochi mesi bastare per un 'esistenza intera?
Il protagonista non rimpiangerà mai il suo passato, né si farà domande.
D'altra parte, questo è un romanzo che non da' risposte, ma che lascia al contrario tanti interrogativi inespressi, spingendo ciascun lettore a riflettere sul modo in cui conduce la propria esistenza.

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