venerdì 13 aprile 2018

Mi vivi dentro di Alessandro Milan



Non tutte le storie d'amore hanno un lieto fine, ma non per questo non meritano di essere vissute, o raccontate. Questo libro è la testimonianza di un sentimento che semplicemente non finisce, ma va oltre. Oltre la morte, la malattia, la sofferenza.

"Io non sarò mai la mia malattia" diceva Francesca. Era il suo urlo di rabbia contro il tumore, era il motivo che la spingeva a mettere su il suo bel musino di tolla e a parlarne con il sorriso sulle labbra. Questa invece è, a oggi, la mia debolezza più grande. Quella malattia che lei, anche se in modo tragico, alla fine ha messo via, per me è ancora una ferita aperta. E come tutte le ferite, brucia. Vorrei ascoltare le righe di Wondy e riuscire a sorridere. 

Alessandro e Francesca sono una coppia come tante, o forse, come poche, innamorata e affiatata, quando nella loro vita irrompe il tumore. Francesca è una piccola donna dagli immensi occhi blu e i biondi capelli arruffati, fragile solo all'apparenza. Francesca è una forza della natura, coraggiosa, positiva, sempre allegra: è una Wonder Woman in carne ed ossa, per questo per gli amici è semplicemente Wondy. Con l'innato entusiasmo che la contraddistingue affronterà ogni visita, ogni ricovero, ogni ricaduta, scegliendo di raccontare, per essere un'ispirazione per altri malati come lei, la sua battaglia in un libro.
Accanto a lei suo marito, il suo compagno di vita, che ha vissuto con lei quel viaggio senza ritorno, cercando di barcamenarsi tra il timore di non essere abbastanza e la paura del futuro, un futuro nel quale sarebbe rimasto da solo a lottare contro i fantasmi di una disperazione troppo grande da arginare.


Oggi è un signor bonsai. Ha affrontato il gelo dell’inverno, ha superato l’abbandono di chi si doveva prendere cura di lui, ha attraversato il dolore dell’assenza da solo. Chissà, a un certo punto avrà anche pensato di lasciarsi andare. Ma oggi splende. Di verde smeraldo. Il “dopo” nel quale prendersene cura è arrivato,quando sembrava troppo tardi. Invece non è mai troppo tardi. Oggi, quel bonsai sono io. 

Questo libro parla di lui. Del suo tentativo di essere all'altezza della donna che aveva amato, di non lasciarsi schiacciare, di essere forte per sé stesso e per i suoi due figli, Mattia e Angelica.
Come si fa?
Come si sopravvive alla notizia che tua moglie ha un mese di vita? Come riesci a guardarla negli occhi, sapendo il poco tempo che vi resta da vivere insieme?
Alessandro Milan, giornalista di Radio24, riesce a verbalizzare, senza troppa retorica o inutile pathos, un dolore indicibile. Lo fa in nome di un obiettivo più nobile, testimoniare che non solo un percorso è doveroso, ma è possibile tornare a sorridere, salvarsi, andare avanti. Soprattutto, continuare a vivere.
Mi vivi dentro è un inno alla resilienza: la morte fa parte della vita, così come la sofferenza, ma si può scegliere. Scegliere di non accartocciarsi su sé stessi, ma farsi attraversare dalle emozioni negative, morire un po' per rinascere. Un po' ammaccati, fiaccati, spezzati, ma più forti prima.


Indicazioni terapeutiche: per i resilienti, per chi è sopravvissuto, per chi ogni giorno si veste del suo miglior sorriso per affrontare il mondo.

Effetti collaterali:  Non vi racconterò stupide favolette. Wondy ha perso la battaglia. Perché lei voleva vivere. Francesca amava follemente vivere. Se cercate l'happy ending questo libro non fa per voi. Ci si commuove e si piange, molto. Ma anche se quella di Alessandro e Francesca non è una favola, qualcosa insegna. L'unico modo per vivere veramente a pieno la propria esistenza è vivere senza paura.

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