mercoledì 15 giugno 2016

Il rumore dei tuoi passi di Valentina D'Urbano



Ci sono amori che non possono non essere, anche se dolorosi, devastanti, si impossessano di noi. Strisciano sottopelle, riempiono ogni pensiero, infettano ogni molecola del nostro animo.
È inutile difendersi, resistere, lottare. Certi amori sono come un veleno per cui non esiste antidoto.
Questa è la storia di Beatrice e Alfredo, per tutti  i gemelli. Cresciuti insieme, inseparabili fin da bambini, si sono contaminati l'uno l'altro fino ad assomigliarsi, come due piante intrecciate tra loro, tanto che è impossibile distinguere dove inizia uno e finisce l'altro.

Ci saranno tante cose a cui dovrò abituarmi, e ce ne saranno altrettante di cui dovrò fare a meno. Il rumore dei tuoi passi, il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola.  

Beatrice e Alfredo non hanno nient'altro che loro stessi, né futuro, né aspettative, né aspirazioni. Nati in un quartiere ghetto, la Fortezza, dove il degrado e lo squallore sono la norma. Lo Stato non entra, la speranza nemmeno. Un esercito di persone condannate all'ignoranza, all'emarginazione, ad una vita di serie B.
Hanno imparato a non farsi troppe domande, sanno che la vita è questa, che le cose sono sempre andate così. Che ti può capitare un padre che ti ammazza di botte, che il lavoro non c'è, che appena scoprono da quale sobborgo arrivi le persone ti evitano. Non resta che riempire il vuoto delle giornate, bighellonando tra le rovine dei caseggiati, tra le siringhe e la spazzatura.

Avremmo dovuto essere felici. Avremmo dovuto vivere la vita. E invece ce ne stavamo lì abbracciati a cercare di non morire.

Ma Bea non la vuole una vita così. Sogna di  fuggire, vivere nel mondo "vero", vivere come una persona normale. Alfredo no, lui non desidera niente, a parte Bea.
Quell'indissolubile legame tra di loro, nato come un'amicizia tra bambini, che persiste malgrado tutto, diventa una condanna, un peso troppo pesante da sopportare. Un sentimento graffiante e lacerante, che oscilla come un'altalena tra amore e odio, che poi altro non sono che le due facce di un unico sentimento, sfrangiato, spezzato, moltiplicato all'ennesima potenza, l'indescrivibile urgenza di non poter fare a meno di un'altra persona.

Lo sapevo che era difficile, ma pensavo che io gli sarei bastata. Io, che ci sarei stata sempre. Io, che non lo avrei lasciato mai. Io, che ho mantenuto la promessa, perché alla fine è stato lui a lasciare me.

Con il suo libro d'esordio, Valentina D'Urbano ci regala un romanzo che esce dai soliti schemi, commuovente ed intenso, raccontandoci la vita di due ragazzi, intrappolati nel loro destino e nei loro sentimenti da una sorta di determinismo crudele che non lascia scampo. Non è la solita storia d'amore alla Liala, non ci sono né principesse da salvare, né cavalieri dalla scintillante armatura. C'è solo la realtà di due anime fragili, Bea e Alfredo che tentano di sopravvivere, aggrappandosi l'uno all'altro. Solo che, a volte, non è abbastanza.

Indicazioni terapeutiche: per chi crede che se qualcuno ti ama forse ti salvi.

Effetti collaterali: Crediamo che l'amore sia la risposta a tutto. Che sia come una chiave magica in grado di aprire tutte le porte. Non è vero.
A volte l'amore non è sufficiente. A volte si perde e basta.
A volte non resta che lasciarsi dietro i pezzi e tentare di bastarsi così.
Rotti, mancanti, funzionati solo a metà.


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