Ho "conosciuto" Lorenzo Marone con il suo secondo romanzo, La tristezza ha il sonno leggero .
Potremmo dire che sono partita dal dolce.
Già dalle prime pagine, quindi, il mio dubbio era: Cesare Annunziata saprà rubarmi il cuore come Erri Gargiulo?
Perché ripetere la magia non è sempre scontato.
Io smaniavo di immergermi di nuovo tra le pagine di Marone, nei suoi dialoghi in bilico tra materialità e pensiero, di prendere per mano i suoi personaggi, così genuini e veri, e sentirli un po' miei, come se fossero di famiglia.
Missione compiuta.
Cesare Annunziata non ha tradito le mie aspettative, Lorenzo Marone neppure. Ha saputo creare un personaggio odioso e amabile, che fa sorridere e arrabbiare, in ogni caso, a suo modo, indimenticabile.
Cesare Annunziata è un settantasettenne egoista, scostante, anaffettivo. Un vecchio rompiscatole, in altre parole. Vedovo, con due figli con cui parla a malapena, ha deciso di chiudere la porta in faccia agli altri.Ho impiegato più di settant’anni per capire che io sono lì, nel non fatto. La mia vera essenza, i desideri, l’energia e l’istinto sono conservati in tutto ciò che avrei voluto fare.
Perché quello che Cesare ha imparato con gli anni è che se c'è un aspetto positivo nella terza età è la conquista di una nuova libertà: la possibilità di fregarsene del giudizio altrui, di abbandonarsi ai propri limiti e difetti senza doversi più giustificare.
Ma dietro a tanto cinismo c'è del buono: quando Cesare scopre che la sua nuova vicina di casa, Emma, è vittima di violenze domestica da parte del compagno, capisce non può più limitarsi a guardare. Che la nostra vita ha valore nella misura in cui siamo disposti a condividerla con gli altri.
Alla fine ho capito che la storia dell’immolazione iniziale in virtù della quale poi, un giorno lontano, forse, sarai ripagato, è un’idiozia inventata dagli adulti per sfruttare l’entusiasmo dei più giovani. Non c’è nessuno lassù a misurare il tuo impegno e a ricompensarti per le energie profuse. In realtà gli anni in cui tutti ti invitano a tener duro per costruirti un futuro sono i migliori e non vanno gettati al vento per pensare ai successivi che, in ogni caso, non valgono un decimo di quelli spesi.
Nel suo romanzo di esordio Lorenzo Marone dipinge la vecchiaia come un'età dell'oro, una nuova occasione per vivere una vita più piena, coraggiosa, scevra da paure e ipocrisie.
D'altra parte quando non si ha più nulla, non si ha nulla da perdere.
Indicazioni terapeutiche: per chi pensa che non è mai troppo tardi per rimettersi in gioco.
Effetti collaterali: Un proverbio recita che nasciamo tutti incendiari e moriamo tutti pompieri. Saggezza popolare, la chiamano. Che con il passare degli anni, le prospettive si modificano, che si impara ad accontentarsi.
Non è vero.
Non è vero che si abitua.
Non è vero che ci si adatta.
Semplicemente si rinuncia a cambiare le cose. Non è vero.
Non è vero che si abitua.
Non è vero che ci si adatta.
Come se l'impulso che ci spinge a cambiare, a lottare, a ricercare la felicità si esaurisse, stagione dopo stagione, lasciandoci svuotati. È ben diverso.
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