martedì 16 agosto 2016

Splendi più che puoi di Sara Rattaro




Ogni giorno le cronache ci riportano le notizie di donne uccise barbaramente. Sono numeri che spaventano quelli relativi al femminicidio: dall'inizio del 2016, almeno 58 donne sono state uccise in Italia dal partner o dall'ex fidanzato. L'ultimo caso salito alla ribalta è quello di Vania Vannucchi, morta a seguito delle gravissime ustioni riportate. Il presunto assassino è un collega con cui aveva avuto una relazione, Pasquale Russo, che, dopo averla attirata nel parcheggio dietro l'ex ospedale di Lucca con la scusa di un chiarimento,  l'ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco.
Con il suo ultimo libro, Splendi più che puoi, vincitore del Premio Rapallo Carige 2016, la scrittrice Sara Rattaro sceglie di raccontare la vita di una delle tante donne maltrattate, una di quelle che, per fortuna, si è salvata, il cui nome non comparirà sulla cronaca nera. Per buona sorte, per destino, per coraggio. Chi può dirlo.
La protagonista è Emma, intelligente, istruita, la ragazza della porta accanto, scampata al marito divenuto il suo aguzzino. Un romanzo ispirato ad un storia vera, una storia come tante, come troppe purtroppo, che merita di essere raccontata.


 L'espressione “amore mio” è un ossimoro. Il sentimento più bello e l'aggettivo più possessivo. 

Quando Emma incontra Marco le sembra di aver avuto una seconda possibilità. Archiviata la storia con Tommaso, può tonare a sentirsi amata, apprezzata, desiderata. Può buttarsi a capofitto in questa nuova relazione. Marco è affascinante, sicuro di sé, pieno di attenzioni. Si sposano dopo sei mesi.
Tutto è perfetto.
Col passare del tempo emergono le prime incrinature: le gelosia, gli sbalzi di umore, i litigi, le offese, le botte. Emma non riesce a capacitarsi di questo cambiamento: Marco è suo marito, l'uomo che ha deciso di sposare, non può arrendersi. Non ora che è in arrivo la loro bambina.

Non è mai precipitosa. La discesa inizia sempre con un piccolo passo verso il basso.

Il romanzo è una discesa agli inferi, la cronaca di una vita che diventa incubo, il racconto della dignità di una donna annullata da anni di soprusi, violenze psicologiche e fisiche. Marco che la obbliga a rinunciare al suo lavoro, Marco che le impedisce di vedere i suoi genitori, Marco che la rinchiude in cantina senza cibo né acqua, Marco che le spezza un braccio e le vieta di andare in ospedale a curarsi.

In astronomia la chiamano energia oscura. Ed è la causa primaria dell'espansione accelerata dell'universo. Qui, sul pianeta Terra, la riconosciamo in ogni donna capace di portarsi in salvo
I dettagli cruenti sono appena accennati, nel libro non c'è nessuna descrizione particolareggiata, ma non se ne sente il bisogno. Il dolore, il disagio, l'umiliazione pervadono ogni riga.
Emma impiegherà anni a trovare la forza per fuggire dalla follia di suo marito, per riaccendere quella luce dentro di sé che l'uomo che avrebbe dovuto amarla e proteggerla aveva provato a spegnere, per tornare a splendere. Anni che lasceranno in lei cicatrici troppo profonde per guarire del tutto.
Leggendo il libro non ho fatto che chiedermi: perché non è fuggita al primo schiaffo?
Credo sia impossibile dall'esterno riuscire a capire. Possiamo, anzi dobbiamo, provarci. Partire dal presupposto che per imparare a riconoscere l'amore dobbiamo, come prima cosa, imparare ad amarci. Parte tutto da lì. Dalla propria autostima, dalla convinzione di meritare rispetto, di essere degne dell'amore, di non dover essere costrette ad elemosinarlo. A ciò vanno aggiunte la paura del giudizio altrui, la sfiducia nel sistema giudiziario incapace di proteggere le donne maltrattate dai loro aguzzini, la società che stigmatizza le vittime e giustifica i persecutori. Una donna che subisce violenza è, prima di tutto, una donna sola con il suo dolore e la sua vergogna, una donna che grida tutto il suo dolore attraverso il silenzio, i lividi nascosti, lo sguardo spento.


Non mi stancherò mai di ripeterlo, la violenza di genere prima che un problema di tipo sociale è culturale. Servono quindi modelli, leggi, educazione.  Mi colpisce di continuo la leggerezza con cui certi argomenti vengono bollati come inezie, fissazioni da femministe, con quanta superficialità e ignoranza si tollerino comportamenti in evidente conflitto con una concezione del rispetto della donna in senso sostanziale e non solo formale. Non bisogna dimenticare che dai commenti sessisti, dai "lavori da donna", dal "sesso debole", dal "se l'è cercata perché aveva la minigonna", alle morte ammazzate, sfigurate, bruciate vive, massacrate di botte, sgozzate, il passo non è poi così lungo.



Indicazioni terapeutiche: per ogni donna che ha lottato per riprendere in mano la sua vita e farne molto di più, per chi è tornata a splendere, malgrado tutto.

Effetti collaterali: Quello che fa più male è l'indifferenza degli altri. La famiglia che finge di non sapere, i vicini di casa che si girano dall'altra parte, una coltre di indifferenza che inghiotte tutto. Fino a quando la violenza sulle donne sarà percepita come un fatto privato invece che come un problema sociale, questa strage degli innocenti non si fermerà.



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