mercoledì 8 febbraio 2017

Follia di Patrick McGrath


L'amore è, da sempre, al centro della letteratura occidentale. È stato raccontato come sentimento contrastato destinato ad abbattere ogni ostacolo, come un'amicizia che si trasforma in qualche cosa di più, come un'affinità elettiva, come un tumulto interiore inconfessabile.
È, a tutti gli effetti, considerato il motore dell'esistenza umana, ciò che muove il mondo, l'unica cosa per cui vale la pena vivere e,  perché no, morire se necessario.

Ma scusa, provai a dirle, in cosa credi consista il tradimento? Nell'andare a letto con qualcuno, o nella possibilità di distruggere, andandoci, la felicità di qualcun altro?

Follia di Patrick McGrath è la storia di un'ossessione, una passione così impellente, da travolgere ogni sicurezza, ogni convenzione, ogni barlume di lucidità. Così totalizzante da spingere a sacrificare sull'altare della cieca bramosia qualsiasi affetto. Un viaggio senza ritorno tra le pieghe di un'uragano dell'animo che non si può descrivere, soltanto vivere. Di una smania che ottunde tutti sensi e lascia prostrati, vuoti, inermi.

Era come se l'avessero rubata, quella felicità, anzi come se l'avessero trovata per caso e se la fossero portata via di corsa, perché in realtà apparteneva a qualcun altro e loro non ne avevano alcun diritto.

Inghilterra, 1959. Stella è la giovane e bella consorte dello psichiatra Max Raphael, costretta a seguirlo nella campagna londinese, quando quest'ultimo viene nominato vicedirettore di un importante ospedale psichiatrico. Quella che l'aspetta è una vita ovattata, divisa tra le cure per il figlio Charlie e i doveri di moglie. Un'esistenza sicura, quasi banale, al riparo da pericoli, ma anche priva di ogni guizzo o entusiasmo.
Almeno fino al giorno in cui nella sua vita irrompe Edgar Stark, un paziente ricoverato per aver ucciso e mutilato la moglie in preda a deliri ossessivi. Fra i due scoppierà un'attrazione, impossibile da ignorare, che spingerà la protagonista a mettere in discussione tutte le sue certezze pur di non rinunciare alla sua relazione extraconiugale.


“Già, l’amore” dissi. “Parliamo di questo sentimento che non riuscivi a dominare. Come lo descriveresti?”. Qui Stella fece un’altra pausa. Poi, con voce stanca, riprese: “Se non lo sai non posso spiegartelo”. “Allora non si può’ definire? Non se ne può parlare? E’ una cosa che nasce, che non si può ignorare, che distrugge la vita delle persone. Ma non possiamo dire nient’altro. Esiste, e basta”.

Patrick McGrath confeziona un libro cupo, a tratti angosciante, affrontando il tema dell'adulterio in una chiave inedita: la passione come una deviazione, una malattia dell'anima. L'intera vicenda è infatti narrata dal punto di vista di Peter Cleave, uno psichiatra che ripercorre la storia di quello che egli stesso definisce il più perturbante caso clinico che abbia mai incontrato nella sua carriera.
La domanda inespressa resta: è possibile scegliere? Esiste davvero la possibilità di decidere se rimanere fedeli ai propri precetti morali o non si può fare a meno, talvolta, di essere travolti dalle nostre stesse oscure passioni?
Lascio a voi lettori trovare una risposta.


Indicazioni terapeutiche: per chi crede che il vero amore faccia rima con dolore.

Effetti collaterali:  Stella Raphael è una moderna Emma Bovary, che sceglierà l'incubo della pazzia alla prigione di una vuota vita borghese. E che anche alla fine, sull'orlo dell'abisso, non si pentirà delle sue scelte scellerate. Nessun ripensamento, nessun rimpianto. A riprova che la follia, a dispetto delle apparenze, è nascosta in ognuna di noi.

0 commenti:

Posta un commento