Una donna soccorre un uomo che ha avuto un malore sulla spiaggia e lo segue all'ospedale, dove per uno strano scherzo del destino è stato ricoverato anche suo marito, vittima di un incidente mentre era in compagnia dell'amante.
La realtà celata dietro il velo delle apparenze è ben diversa: l'uomo con cui Giulia, la protagonista, si trovava non è sconosciuto ma in realtà è il suo amante. Il caso beffardo l'ha presa per mano fino a condurla lì, al capezzale dei soli due uomini che abbia mai amato. Da una parte c'è Emanuele, suo marito, che l'ha salvata da una madre opprimente, che l'ha presa per mano e l'ha amata nonostante le sue ritrosie. Dall'altra Federico, il suo amante, l'uomo per cui è pronta a rischiare tutto, a lasciarsi ogni segreto e rimpianto alle spalle.
Ma soprattutto aveva stretto una parte di me con così tanta forza che se l'era portata via quando se n'era andato. Per questo ero finita lì, perché in vita mia non riuscivo mai a tornare indietro.
Tra le corsie dell'ospedale si consuma il dramma della protagonista femminile di questo romanzo che, schiacciata dal dolore, prova a ripercorre la sua storia, nel vano tentativo di tirare le fila di un'esistenza che pare sfilacciarsi, sciogliendosi come un gelato al sole.
Giulia che è moglie, figlia, amante. Giulia che lavora, che ride, che ama. Giulia che nasconde un terribile segreto, una cicatrice attorno alla quale ha costruito la sua vita, una bella vita, almeno in apparenza.
Ma la felicità non assomiglia quasi mai ad una lista della spesa. Per quanto si voglia o si possa lottare, ci sono vuoti che non riusciamo a colmare, assenza che bruciano più di qualsiasi presenza.
Non importa quale sia la luce che ci illumina. Importa che ci sia qualcuno disposto a guardarci.L'amore addosso rimanda al senso di soffocamento che affligge Giulia, il suo essere fin troppo avvolta, prigioniera dei tanti ruoli che si è lasciata cucire addosso suo malgrado, incapace di lottare, di dire no. È il prototipo della brava ragazza che si sente sempre obbligata a fare ciò che gli altri si aspettano da lei.
Ecco che il tradimento diventa allora una fuga, un modo per riaffermare sé stessa, e soprattutto un modo per prendersi una rivincita, non tanto nei confronti di suo marito, ma di sua madre. L'intero romanzo infatti, più che indagare i sentimenti scaturiti dalle relazioni extraconiugali, si concentra sul tema della maternità, perché se ci sono tanti modi di essere madre, ce ne sono altrettanti per non esserlo.
Cos’è la felicità? Avere tanti soldi, figli perfetti, vivere in un paradiso e avere il lavoro dei propri sogni? E se, per caso, capitasse che i nostri figli fossero semplicemente come tanti altri, il nostro lavoro si limitasse a non dispiacerci e al posto del paradiso abitassimo in un luogo comodo? La verità è che la felicità spesso assomiglia molto al famoso bicchiere pieno a metà.
Sara Rattaro costruisce un'opera che parte con delle buone premesse, ma si perde strada facendo. Benché infatti in apertura le tematiche trattate facessero ben sperare, la storia invece di crescere naufraga verso l'inverosmiglianza. Il finale fin troppo frettoloso e lo stile a tratti didascalico depotenziano una trama che sarebbe potuta essere travolgente.
L'amore addosso si limita ad essere una lettura piacevole che non tocca però nessuna corda in profondità. Peccato.
Indicazioni terapeutiche: per chi si è perso ma si è ritrovato; per chi non urla, ma ha imparato a sussurrare sommessamente per non esplodere.
Effetti collaterali: Ci sono tanti tipi di amore, quello tra madre e figlio, tra sorelle, tra amici, tra marito e moglie. Ci sono amori negati, sommersi, dimenticati. Altri che squarciano l'anima e lasciano un marchio indelebile. Altri ancora che curano le ferite, mormorando sommessamente al cuore. Quale di questi è vero? Quale di questi vale la pena vivere? Forse una risposta giusta non esiste.
Come scrive Federico a Giulia: E non ti arrovellare troppo nel trovare spiegazioni: ricordati che esistono domande alle quali si possono dare solo risposte sbagliate.
0 commenti:
Posta un commento