mercoledì 24 febbraio 2016

Lezzo - I giorni dell'ospizio di Monica Dini

Sabato 23 gennaio presso l'Istituto Pio Campana a Seravezza si è tenuta la presentazione del libro Lezzo - I giorni dell'ospizio di Monica Dini, edito dalla casa editrice Tra le righe Libri.
All'incontro hanno preso parte, oltre all'autrice, Renzo Venturini, presidente dell'istituto, Beppe Tartarini, presidente del Circolo Culturale Sirio Giannini e Andrea Giannasi, a capo della casa editrice Tra le righe libri. 
Quest'ultima nasce nel 2013 a Lucca con il preciso scopo di riannodare e intrecciare i fili con il passato. Per questo ha una filosofia ben precisa: pubblicare libri di memorie, diari, saggi e documenti per preservare inalterata e viva la ricerca storica e l'interesse per le radici della nostra comunità.
Cosa c'è di più importante allora di mantenere viva la memoria dei nostri nonni? Come ha sottolineato Gianassi durante l'incontro, oggi assistiamo ad un progressivo depauperamento del bagaglio culturale dei giovani dal momento che il vincolo intergenerazionale si sta progressivamente perdendo. Se noi siamo quello che siamo stati cosa accade quando il legame con il nostro passato si spezza?
Lezzo è un libro che spinge a guardarci non solo dentro ma intorno, che ci obbliga a "vedere" gli anziani, gli infermi, i dimenticati. Non è un caso quindi che l'evento si sia tenuto in una RSA: il tema è uno di quelli che non piace, qualcosa di cui è meglio non parlare, mettere nel dimenticatoio. La vecchiaia. La malattia. La solitudine.

L'autrice Monica Dini

Monica Dini sceglie di raccontare proprio la vita dentro un "ospizio", anche se questa parola oggi preferiamo non usarla più. Residenza per anziani, si chiamano. Strutture dove molte persone, abbandonato tutto ciò che costituiva la loro vita, la casa, i ricordi, le abitudini, sono costretti ad "entrare". Un modo ipocrita per abbellire una realtà che di piacevole ha poco. 
Perché alla fine si erge una barriera, un muro invalicabile che sottolinea l'antitesi tra il dentro e il fuori: tra chi vive separato dal resto della società e gli "altri", il resto del mondo. Ma siamo sicuri che la vita è solo questa qua fuori?
Mio caro, l'unico tempo che conta è il presente, non c'è dato di cambiarlo, importa poco ciò che siamo stati, adesso puzziamo. Siamo i rappresentanti del disfacimento incurabile. Nessuno desidera che gli venga ricordato.
Grazie ad una carrellata di personaggi commuoventi nella loro semplicità e normalità tocchiamo con mano le storie dei degenti di Via dei Cipressi che, a discapito di  tutto, si attaccano alla vita che hanno: Ultimo che non vuole abbandonare le sue abitudini di contadino e coltiva i fagioli nella sua stanza, Inaco che non rinuncia alla lettura di Seneca, Anita che corre intorno all'ospizio interrogandosi sulla vecchiaia, Grazia che è non mai tanto bella come quando legge ai suoi pazienti.
Monica Dini ci regala un libro toccante che ci spinge ad interrogarci su che tipo di persone vogliamo essere: vogliamo stare di qua o aldilà di quel muro? Desideriamo voltarci dall'altra parte o affrontare la dura verità?
Perché la verità è che nessuno è nato vecchio. Fare finta che sia una realtà che non ci riguardi è solo un alibi, significa prima di tutto mentire a sé stessi.
In fondo come diceva Seneca ci vuole tutta la vita per imparare a vivere e, quel che forse sembrerà più strano, ci vuole tutta la vita per imparare a morire.



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