venerdì 12 febbraio 2016

Specchio, specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?

Ricordate la fiaba di Biancabeve?
La matrigna era ossessionata dalla propria bellezza ed ogni giorno interrogava il suo specchio magico per avere la conferma di essere la donna più avvenente di tutto il reame, invidiosa della bellezza della giovane figliastra. Quando la piccola Biancaneve crescendo le porta via il suo primato, impazzisce per la rabbia e decide di ucciderla.
Che c'entra, direte voi?
Le fiabe non sono solo semplici storielle per bambini: raccontano alcuni aspetti del reale in veste magica. In questo caso, la paura di perdere la propria giovinezza e la propria bellezza.
Mi sono venute in mente queste riflessioni guardando Patty Pravo a Sanremo 2016.





L'immagine parla da sola.
Un'artista di indubbio successo trasformatasi in una caricatura di sé stessa.
Le battute sul suo aspetto "mostruoso" si sono sprecate. L'hanno paragonata al cane della storia infinita, a Voldemort, ad una rettiliana. Per alcuni è un rifiuto da "buttare" nel contenitore della plastica.
Non biasimo nessuno. Fare dell'ironia è facile, quasi naturale. Subito dopo però sono subentrate delle desolanti considerazioni.
Quanta poca compassione. Compassione nel senso etimologico del termine: dal latino cum patior - soffro con - e dal greco συμπἀθεια , sym patheia - "simpatia", provare emozioni con, inteso come quel sentimento per il quale un individuo percepisce emozionalmente la sofferenza altrui e prova desiderio di alleviarla.
Nessuna pietà per una donna che da giovane è stata indubbiamente bella e che, evidentemente, non ha saputo accettare il passare degli anni. Sarà stata mal consigliata? Forse troppo sola? Incapace di fare i conti con un il successo che le stava scivolando piano piano via dalle mani?

Nell'era digitale invecchiare non è facile. A nessuno piace l'idea di essere messo da parte, di diventare inutile, superato. Ad una donna poi non si perdona nulla: né di essere stata bella e intelligente, né tanto meno di non esserlo più.
Per secoli il genere femminile è stato relegato in secondo piano: le donne non studiavano, non lavoravano, non partecipavano alla vita politica. Erano nel peggiore dei casi un orpello da esibire in pubblico, nel migliore le "regine" della casa. Basti pensare che in Italia la parità tra i coniugi è stata sancita dalla legge solo con la riforma del diritto di famiglia del 1975. Prima una donna passava semplicemente dal sottostare alla potestà del padre a quella del marito. Un oggetto. Forse per questo era tanto importante che fosse di aspetto gradevole perché a nessuno interessava il contenuto.
Ecco perché oggi davanti alle polemiche sull'aspetto di Patty Pravo mi intristisco. Le ritengo un retaggio di tale subalternità. Come se attaccando l'aspetto esteriore di una donna si volesse svilirne il suo intero valore. Invecchi e puf! Tutto quello che hai fatto, quello che hai costruito, il tuo talento e i tuoi successi cadono nel dimenticatoio.
Davvero non c'è altro da dire di una cantante che ha calcato le scene della musica italiana per 50 anni? Tutto si deve ridurre a qualche battuta su un chirurgo dal bisturi facile?

Patty Pravo che si esibisce al Piper

Guardando oggi Patty Pravo provo solo una pena infinita. Quanto deve sentirsi sola su quel palco a Sanremo, quanta infelicità è nascosta dietro quella maschera di botox.
Faccio un appello a tutti, ma in particolar modo alle donne: se proprio dovete investire fatelo per cambiare qualcosa dentro di voi e non fuori. La vostra serenità non dipende da come apparite ma dalle strade che imboccherete, dalle persone che sceglierete di essere ogni giorno della vostra vita. E soprattutto siate indulgenti con chi non ci riesce, chi si perde inseguendo elisir di eterna giovinezza. Magari semplicemente non sono stati fortunati come voi.
Anna Magnani diceva: “L'importante è non avere le grinze al cervello. Quelle in faccia prima o poi t'aspettano al varco.


1 commento:

  1. la tua invidia è piu forte della tua stessa ingoranza.... sei PATETICA

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