giovedì 12 gennaio 2017

Un terribile amore di Catherine Dunne


Catherine Dunne è una che mira dritta al cuore. Nei suoi romanzi racconta le donne come pochi autori riescono a fare: le mette a nudo, scavando nelle loro anime, mettendole di fronte ai loro drammi, senza fare sconti. Le protagoniste della Dunne sono figure fragili e forti, ferite ma non rassegnate, capaci di infinito amore e odio profondo.
Nel suo ultimo romanzo Un terribile amore intreccia la storia di due donne molte diverse, per nazionalità , estrazione sociale, scelte, le cui vite, per uno strano scherzo del fato, sono destinate a sfiorarsi senza incontrasi mai fino all'epilogo. Due donne che si sono abbandonate al sentimento con trasporto e in cambio hanno ricevuto dolore, pena, abbandono. L'amore è stato il loro errore più grande, la loro dannazione.

 Certi uomini usano come armi i pugni, ma altri l’amore.

Calista è una diciassettenne di buona famiglia quando incontra l'affascinante Alexandros, uomo d'affari originario di Cipro: tra loro scatta una passione che sfocia in un matrimonio riparatore. Si trasferisce dalla sua terra natìa, l'Irlanda, per iniziare una nuova vita nel paese del neo-sposo: ma i suoi ingenui sogni giovanili andranno presto in pezzi. La sua nuova casa si rivelerà infatti una prigione dorata. Calista scoprirà ben presto che dietro la facciata ammaliante di suo marito si nasconde un uomo violento e aggressivo. Quando troverà il coraggio di fuggire scoprirà che certe scelte si pagano a caro prezzo. Forse troppo alto.
Pilar, figlia di contadini spagnoli, fugge dal paesino, per allontanarsi dalla miseria e dalla prepotenza del padre che ha passato l'intera vita ad umiliare la moglie. A  Madrid cercherà di costruirsi una vita che metta più distanza possibile tra lei e il suo passato. L'incontro con un uomo e una passione travolgente segneranno per sempre la sua esistenza, costringendola alla più dura delle rinunce.

Negli ultimi tre anni ha cercato molte volte di cambiare il profilo della propria esistenza. Ha cercato di tagliarlo in modo che le calzi meglio, sia meno ruvido contro la carne viva del dolore. Ma è come se le avessero consegnato un modello fisso, leggi immutabili che la limitano come un orlo, che imbastiscono e cuciono il tessuto della sua realtà in un modo che non è in grado di cambiare.

La scrittrice irlandese affronta un tema, quello della violenza domestica, che non è mai stato attuale come oggi. Un male antico, frutto di un retaggio e di mentalità maschilista, che vede la donna relegata in secondo piano, sposa, madre e serva, costretta a vivere come un'appendice del proprio uomo. Per questo Pilar sceglie di rimanere sola. Per questo Calista fugge.
Per essere libere, indipendenti, pienamente sé stesse.
Catherine Dunne costruisce un libro sofferto e amaro, dove non c'è un vero e proprio lieto fine ma solo lo strenuo  tentativo da parte delle due protagoniste di fare pace con sé stesse. Per Pilar la fine coincide con il ricongiungimento con una parte essenziale della sua esistenza. Al contrario per Calista, la conclusione è soltanto la presa d'atto di tutto ciò che ha perso per sempre.
Pilar e Calista distanti eppure unite dallo stesso destino: due donne che hanno creduto nell'amore ma sono state tradite, due donne che sono sopravvissute ai propri errori, imparando a convivere con il senso di perdita e la solitudine.


Indicazioni terapeutiche: per chi ama scandagliare l'animo femminile.

Effetti collaterali: il romanticismo ci ha lasciato in eredità l'idea che l'amore porti in sé il seme della salvezza. Non è sempre così. Ci sono amori che lasciano i lividi. Amori che fanno tremare le ossa. Amori che svuotano. Amori che allontano dagli altri. Amori che costringono ad abbandonare i propri figli.
Esistono. Sono gli amori terribili.


2 commenti:

  1. Bellissima recensione. Ho letto qualcosa di questa brava scrittrice. Mi piace molto la tua riflessione in effetti collaterali, posso usufruirne per un post. Caterina

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per i complimenti. Mi fa piacere se prendi spunto dalla mia riflessione.

      Elimina