martedì 31 marzo 2015

Omaggio a Sirio Giannini


Sabato 28 marzo ricorreva il 90° anniversario della nascita dello scrittore Sirio Giannini, nato a Seravezza nel 1925 e morto prematuramente all'età di 35 anni, in seguito ad un'operazione chirurgica.
Autore autodidatta, iniziò a dedicarsi alla scrittura verso i vent'anni, dopo aver esercitato numerosi mestieri come il  meccanico, il renaiolo e il bracciante agricolo nella pianura padana ( dove sfollò con la famiglia nel 1944 quando i tedeschi trasformarono la zona apuo-versiliese nella Linea Gotica) e l'informatore farmaceutico.
Nel 1956 pubblica nella prestigiosa collana La Medusa di Mondadori la raccolta di racconti Prati di Fieno che vince il Premio Firenze. Nel 1958 esce il romanzo La Valle bianca, con cui ottiene il Premio Hemingway, assegnatogli dalla giuria in cui spiccavano personalità quali Dino Buzzati, Remo Cantoni, Giacomo Debenedetti, Alberto Mondadori, Eugenio Montale, Fernanda Pivano ed Elio Vittorini. Al momento della sua morte, stava lavorando al romanzo Dove nasce il fiume, che viene pubblicato postumo nel 1961.
Giannini collaborava, inoltre,  con numerosi giornali e riviste e si era dedicato anche al cinema. Nel 1961 il cortometraggio I cavatori, di cui fu regista e sceneggiatore, fu premiato con l’Airone d’oro e il Trofeo Fedic nel concorso nazionale del film d’amatore di Montecatini Terme.
Nel 1983 un gruppo di estimatori di Sirio, tra cui Giuseppe Tartarini, Leopoldo Belli, Costantino Paolicchi, Paolo Capovani, Anna Guidi, Valeria Nicodemi, Alfredo Barberi e altri, con il sostegno dello stesso padre dello scrittore, Gino, iniziano a lavorare insieme con lo scopo far conoscere le opere di questo giovane autore seravezzino, che sembrava fosse stato dimenticato. In seguito, si fece largo l'idea che occorresse una struttura più organizzata, che potesse farsi anche promotrice di attività culturali sul territorio, sempre nel nome di Sirio. Nel 1986 si costituisce così ufficialmente il Circolo Culturale Sirio Giannini.
Grazie, inoltre, al generoso contributo della famiglia Giannini nel 1985 viene istituito il Premio Letterario I ragazzi raccontano, a scadenza biennale , che coinvolge gli allievi degli istituti scolatici della Scuola Secondaria di primo e secondo grado del territorio versiliese.

Copertina del romanzo La Valle bianca edito nel 1958 da Mondadori

Sirio Giannini resta uno degli scrittori più importanti a cui la nostra terra, la Versilia, abbia dato i natali. La sua opera più conosciuta è il romanzo La Valle bianca.
La Valle bianca è un'opera unica nel suo genere, che descrive con realismo e sentimento il mondo dei cavatori, come nessun altro autore ha mai saputo fare. Un mondo duro dove le buone giornate sanno di pane, e la fatica si mescola allo scintillio della luce che si rifrange sul bianco del marmo. Ma le brutte giornate si pagano a caro prezzo: penetrare i misteri della montagna può costare la vita.
Il romanzo racconta la storia di Stefano, che dopo aver fatto fortuna in città, torna a Seravezza con l'intenzione di comprare un terreno per dare vita ad un agrumeto sulle colline di Corvaia. 
Il racconto si apre con toni dolci, quasi bucolici, con la volontà del protagonista di tornare a casa e godersi una vita tranquilla, ma la mancanza di lavoro e il disagio in cui si trovano i suoi amici e concittadini lo spingeranno a costituire una cooperativa per riaprire la cava di sua proprietà.
Artefice di questo cambiamento è Giulio, il cugino, che, forte della sua giovane età e del suo entusiasmo, sogna di sfuggire allo sconforto in cui la condizione di disoccupato lo ha gettato.
Lo scrittore costruisce così l'antitesi trai due personaggi principali: da una parte Stefano, un uomo disarmato, la cui voglia di lottare si è consumata nelle delusioni ricevute, dall'altra Giulio, che combatte per non essere sconfitto.

Liazztura Monte Altissmo 1908 

Giannini apre al lettore il mondo dei cavatori, la Valle Bianca: la fatica del lavoro, le strade impervie e polverose, il sole che illumina il baluginio del marmo, la fatica e la soddisfazione di trasportare i blocchi a valle. Un realtà che non ammette distrazioni, perché lassù in cava ogni uomo mette la sua vita nelle mani degli altri, e solo la fiducia nell'altro può fare la differenza.
Pagina dopo pagina, lo stile cambia, diventa più asciutto, essenziale, quasi ad imitare il carattere dei cavatori, uomini dal carattere marmoreo e di poche parole. L'autore ci accompagna, mano a mano, lungo un sentiero che si inerpica tra sogno e realtà, tra desiderio di pace e lotta per la sopravvivenza.
Giannini tratteggia un affresco della Versilia degli anni '50, un inno alla sua terra, dove si mescolano amore  e morte, realismo e socialismo, consegnandoci un romanzo che, come ogni classico, è sempre attuale. Un elogio alla dignità del lavoro e al senso di responsabilità che gli uomini dovrebbero avere gli uni per gli altri. Una lezione che non andrebbe mai dimenticata.


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